Non si è fatta attendere la risposta dell'Enpa, l'Ente Nazionale Protezione Civile, alla Coldiretti, in merito al progetto sui lupi. «In questi giorni, stando alle dichiarazioni di agricoltori e di alcuni ambienti governativi, il nostro Paese, sarebbe ostaggio della fauna selvatica: nutrie, cinghiali, lupi, piccioni, daini, marmotte - solo per citarne alcuni – devasterebbero le nostre infrastrutture, distruggerebbero i nostri raccolti, assedierebbero i nostri campi. Fortunatamente, con buona pace di Coldiretti e di qualche ministro, sul territorio italiano non si combatte alcuna guerra».
Enpa si schiera a fianco degli animali, in questo caso a fianco del lupo che, di recente, ha fatto la sua comparsa anche sulle montagne del Canavese: «Anche ammesso che vi fossero possibili criticità nella convivenza con i selvatici la nostra normativa, la 157/92, già contempla tutte le possibili soluzioni. Il punto è che molto spesso vi è una certa “pigrizia” ad applicarle. Per questo, rinnoviamo a chiunque, anche alla stessa Coldiretti, la nostra piena disponibilità a collaborare per risolvere tali situazioni. I primi ad avvantaggiarsene sarebbero proprio gli agricoltori».
Dopo Forno e Canischio, i lupi sono stati avvistati ripetutamente nelle valli Orco e Soana, nel territorio del Parco nazionale del Gran Paradiso. Data la grande versatilità della specie non sono il tipo o la struttura della vegetazione e la quota a determinare la diffusione del lupo, ma la presenza di anfratti e luoghi di rifugio, sufficiente disponibilità alimentare e una pressione umana non eccessiva. Il lupo è un animale essenzialmente carnivoro e le sue prede di elezione sono i grandi ungulati selvatici. In particolari situazioni l'attenzione del predatore si sposta verso gli animali domestici e verso fonti alimentari alternative e non abituali. Le segnalazioni di presenza di lupi nel Parco del Gran Paradiso sono relativamente frequenti e risalgono agli ultimi 10 anni.