«Nel mio girovagare per monti, non ho mai incontrato una montagna così bella come quella dell’Azaria. La sognavo a occhi aperti, con i suoi prati dolcissimi, la sua acqua, i suoi fiori, i suoi animali...». Oggi ricorre il sesto anniversario della scomparsa di Mario Rigoni Stern, il grande scrittore che, nel 1999, ricevendo il Premio Amici del Gran Paradiso, pronunciò quelle frasi all'indirizzo del pian dell'Azaria. Una vera e propria dichiarazione d'amore che è rimasta scolpita negli anni e che, in qualche modo, ha legato indissolubilmente la sua figura a quel bellissimo angolo della Valle Soana e del Canavese.
Un legame che si è saldato nel corso del tempo, tanto che un paio d'anni fa, al pian dell'Azaria, gli Amici del Gran Paradiso hanno intitolato alla memoria dello scrittore un'oasi nel verde. Un paio di panchine, un tronco scavato all'interno per poter custodire i suoi libri, un pannello che racconta i giorni felici della primavera dell '40 ed un'incisione originale su pietra opera dell'artista Gianfranco Schialvino. Gli ingredienti dell'Oasi Mario Rigoni Stern, sopra Campiglia Soana.
Un luogo dove poter sostare e soprattutto "sognare", come faceva lo scrittore di Asiago finito lassù, in alta Valsoana, appena diciottenne, per un corso di roccia con gli alpini del battaglione Vestone, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Definito uno dei più grandi scrittori italiani, originario di Asiago, Mario Rigoni Stern è morto il 16 giugno 2008 alle ore 18.23. Per sua stessa volontà, la notizia del decesso venne diffusa solo a funerali celebrati. Aveva 86 anni. Tra le sue opere più famose, "Il sergente nella neve", "Ritorno sul Don" e "Il bosco degli urogalli".
Qui sotto riportiamo un intervista di Guido Novaria de La Stampa a Mario Rigoni Stern, realizzata proprio in quell'ottobre del 1999. Un estratto pubblicato da Claudio Deiro su gentile concessione di Emilio Champagne dell'Archivio Audiovisivo Canavesano.