Dal 31 agosto al 9 settembre, a Favria, c’è la tradizionale festa dell’omonina borgata. Questa chiude le piacevoli feste delle varie borgate favriesi e mi ricorda, da favriese adottato, che l’estate sta finendo. Settembre mese ricco di contrasti, simbolo dell'estate che sta per concludersi e dell’autunno che fa capolino nei giorni sempre più lievemente corti, periodo in cui le vacanze finiscono ma al tempo stesso l'inizio di una nuova stagione. Ed ecco a Favria la bella festa di San Grato, che ha come simbolo la millenaria chiesa del cimitero. Cappella campestre sorta nei secoli X-XI, dal passato di parrocchia della diocesi di Ivrea, citata nel 1329 come chiesa di San Pietro del “Peza”, nome che aveva la località in cui essa era sorta.
Cappella aperta in occasione della festa e della precedente novena che merita una vista per il suo grande patrimonio storico, culturale ed architettonico. Da venerdì 31 agosto sino a sabato 8 settembre, tutte le sere la novena religiosa alle ore 20,30. Il clou della festa inizierà venerdì 7 settembre, dopo la novena l’esibizione del coro a voci bianche “Artemusica” di Valperga di Debora Bria e Carlo Beltramo, concerto su musica sacra che merita venire a vedere, meglio sentire con occhi socchiusi per gustare come dall’unione di più voci nasce l’armonia dello spirito e che dall’armonia dello spirito si genera la civile convivenza.
Segue la distribuzione dei biscotti di San Grato, una leccornia da non perdere, dopo aver riempito lo spirito di buona musica anche la gola vuole la sua parte. Sabato sera dopo la novena il tradizionale mini falò che mette in risalto il rosso dei mattoni della facciata che sembra divenire ancora di più fiammeggiante, una magia che si perpetua ogni anno. E poi l’incanto delle trecce d’aglio con l’incomparabile affabulatore Antonio. L’aglio con San Grato, chiesa del cimitero hanno un legame inconsapevole con antichi miti. In Egitto gli adoratori di Sokar, il dio protettore dei morti, poi associata a Osiride, si adornavano con ghirlande d’aglio e cipolle. Gli adoratori della dea Bastet, dalla testa felina, cui erano consacrati i gatti, masticavano l’aglio in suo onore e gli antichi Greci la offrivano alla dea Ecate signora delle ombre.
Proseguendo nella festa arriviamo a domenica 9 con la bellissima mostra di medaglie religiose e papali d’epoca della collezione privata di Roberto Cibrario Rossi, che spiega anche la storia dei vari cimeli collezionati a cui si abbina la possibilità di vista guidata, dai membri del Comitato, alla cappella, questo dalle ore 9,00 -12,30. E nel pomeriggio alle ore 15,00 la S. Messa e processione per le vie della borgata e a seguire giochi per bambini, lotteria e rinfresco. Insomma un calendiario ricco di storia, cultura, musica, medaglie e con il valore aggiunto della simpatia del Comitato, volontari che meriterebbero di essere citati tutti, guidati dal presidente Adriano, che vi accolgono con il sorriso. (Giorgio Cortese)