L’8 Dicembre del ’43 a Forno Canavese i nazifascisti fucilarono 18 partigiani. L’esecuzione concluse la Battaglia del Monte Soglio: il primo grande rastrellamento del Canavese. 18 fucilati, 7 morti in combattimento e tre medaglie al valore furono ciò che quei tre giorni lasciarono al paese. A Forno la memoria di questi fatti è ancora viva e l’interesse della popolazione è sempre alto.
Quest’anno le celebrazioni sono cominciate già il 7 dicembre con l’incontro “L’8 Dicembre ’43 e la guerra di Resistenza a Forno attraverso i diari di Don Pol”, patrocinato dall’Anpi e basato sulla tesi di laurea triennale di Pietro Franchitti. Sono intervenuti Giovanna Moretto, presidentessa della sezione fornese dell’Associazione Partigiani, Alfreda Da Roit e Cesare Mondino. Fortissima la partecipazione, tanto che nemmeno le sedie aggiunte all’ultimo momento sono riuscite a far sedere tutti gli ascoltatori. Erano presenti anche due parenti di Saverio Papandrea, medaglia d’oro al valore, che nella persona di Liliana Papadrea, hanno portato i loro saluti e i loro ringraziamenti alla popolazione fornese, così impegnata nello sforzo di ricordare.
Le celebrazioni sono poi continuate il giorno successivo con la consueta manifestazione, che dopo una veloce sfilata per depositare corone sui luoghi del paese in cui sono morti i partigiani si è conclusa all’ex-casa littoria, luogo in cui nel ’43 si consumò la fucilazione. Forte partecipazione sia istituzionale che di cittadini. Sono intervenuti, oltre al sindaco Beppe Boggia che ha fatto gli onori di casa, gli alunni delle scuole elementari e medie e Liliana Papandrea, che ha ricordato il suo parente caduto. L’orazione ufficiale è stata poi tenuta da Nino Boeti, consigliere regionale PD, attivo nell’antifascismo.
Forno dimostra così, ancora una volta, l’importanza del detto «un popolo che non ricorda il proprio passato è un popolo senza futuro».