Nell'anno dell'Expo, il Canavese scippa a Milano la sede l'Unisa, l'unione nazionale degli stampatori dell'acciaio. Un'associazione di categoria che rappresenta le aziende traino dell'alto Canavese e, in particolare, della zona di Rivara, Forno e Busano. «Il comparto dello stampaggio è un'eccellenza - conferma Fabrizio Gea, presidente di Confindustria Canavese - abbiamo 3000 dipendenti in zona, il 50% della produzione italiana che rappresenta il 10% della produzione europea e il 2,5% di quella mondiale. Aldo Bonomi in uno studio sul Canavese le ha definite le "multinazionali tascabili" perchè sono tutte aziende a conduzione familiare che vanno dai 20 a 150 dipendenti».
Ecco perchè il ritorno dell'Unisa è anche un riconoscimento per il Canavese. «Stampare acciaio non è solo automotive ma in questa zona è quasi il cento per cento della produzione - dice Dino Ruffatto, direttore dell'Unisa - oggi il mondo della scuola non offre una formazione per le aziende di stampaggio e del settore meccanico. Ma abbiamo intenzione di invertire questa tendenza coinvolgendo gli istituti professionali del territorio». Per farlo, l'Unisa si avvarrà della struttura di Confindustria Canavese che ospiterà anche la sede dell'associazione di categoria. «Abbiamo già dei progetti in corso con le scuole - conferma il direttore di Confindustria, Cristina Ghiringhello - cercheremo di estenderli alle aziende di stampaggio. Siamo al giorno zero ma dobbiamo partire da qui per valorizzare la nostra eccellenza».
Superata la crisi del 2009, le aziende dello stampaggio dell'alto Canavese, quelle della "piccola Ruhr", sono tornate a crescere. Eccezion fatta per la chiusura della Berco che, però, non era un'attività a conduzione familiare come le altre. «Mancano i collegamenti con istituti professionali della zona perché il manifatturiero è passato di moda - dice Andrea Massucco, presidente di Unisa - ma questo è un lavoro che offre prospettive e soddisfazioni economiche. Speriamo in una nuova collaborazione con il mondo dell'istruzione perchè può essere volano di nuova occupazione». Oggi, in Canavese, il polo dello stampaggio trasforma ogni anno 430 mila tonnellate di acciaio per un fatturato di circa 450 milioni di euro.