Supera i sei milioni di euro la richiesta di risarcimento che le parti civili hanno presentato questa mattina al processo Olivetti in corso a Ivrea. Sono otto i lavoratori morti negli stabilimenti Olivetti del Canavese sui quali si è concentrato il processo contro i manager del gruppo. Altri due ex dipendenti, seppur malati di mesotelioma, sono per ora in vita. Le parti civili hanno chiesto, in particolare, un risarcimento di un milione e 53 mila euro per la vittima Marcello Costanzo, deceduto a 75 anni, e di un milione e 437 mila euro per Silvio Vignuta, deceduto a 59 anni nel 2009. L’Inail, invece, che si è costituito parte civile, ha chiesto al giudice Stoppini che venga riconosciuto agli imputati il pagamento in solido di 2 milioni e mezzo di euro. Il Comune di Ivrea ha chiesto un risarcimento di 600 mila euro. Mezzo milione, invece, la richiesra della Città metropolitana di Torino.
«Ci aspettiamo una giustizia che non trovi la facile scappatoia della provvisionale - ha detto l'avvocato Laura D'Amico, che rappresenta due famiglie per conto della Fiom-Cgil - quel che vogliamo far emergere è che l'organizzazione aziendale era di tipo verticistico per cui le responsabilità riguardo anche alla sicurezza erano in capo ai vertici». Per questo i pubblici ministeri della procura di Ivrea, la scorsa settimana, hanno chiesto la condanna di tutti i manager dell'Olivetti, compresi Carlo De Benedetti, Franco Debenedetti e Corrado Passera. Per l'avvocato che tutela la posizione dell'Inail, «l’Olivetti non ha mai stipulato un’assicurazione per l’asbestosi nonostante i rischi all’esposizione all’amianto fossero cosa nota».