«Mi ha violentato quando avevo 15 anni. Sono sempre stato soggiogato da lui». Adesso Gabriele Defilippi se la prende con il suo amante (ormai ex), quel Roberto Obert, 54 anni di Forno Canavese, spuntato a sorpresa in questa vicenda eppure uomo chiave dell'intera vicenda. Piange Gabriele, 21 anni, adesso che ha capito che rischia anche l'ergastolo. Piange davanti al giudice Marianna Tiseo (che ne convalida l'arresto) e al procuratore capo d'Ivrea, Giuseppe Ferrando. Piange e accusa l'ex amante: «E' stato lui a uccidere Gloria. Io ero alla guida. Appena siamo usciti da Castellamonte ha preso un laccio e l’ha strangolata. Non ho fatto in tempo a impedire che questo avvenisse».
La versione cozza con quella fornita, anche durante l'interrogatorio di ieri mattina, dallo stesso Roberto Obert che era innamorato di Gabriele e pronto a tutto. «Ero presente all’incontro con la professoressa, ho guidato la Twingo, la mia macchina, verso Castellamonte e poi fino a Rivara, ma è stato Gabriele a ucciderla». Poi insieme hanno però fatto sparire il corpo della povera Gloria Rosboch. Sulla truffa da 187 mila euro, l'uomo dice di non sapere nulla. I suoi risparmi deriverebbero da 39 anni di contributi Inps e da una buonauscita che la sua azienda gli aveva concesso per andare in mobilità.
Sia Obert che Defilippi hanno scagionato la mamma di Gabriele, Caterina Abbattista, 49 anni di Gassino, infermiera dell'ospedale di Ivrea, che però, per favoreggiamento, è rimasta in carcere: il giudice, infatti, ne ha confermato la detenzione. «Sono innocente, non so nulla del delitto. Ho cominciato ad avere dei sospetti quando io e mio figlio siamo stati chiamati dai carabinieri a Torino». Caterina Abbattista giura che quel 13 gennaio è sempre rimasta in ospedale, al lavoro. Ma una cella telefonica la rileva ben lontano da Ivrea intorno alle 19. Una circostanza che ha convinto il giudice a confermare la custodia cautelare in carcere.