Sta per iniziare il toto candidature per l'imminente elezione del nuovo consiglio della Città Metropolitana: per sgomberare da subito il campo, personalmente non mi candiderò. Vi sono colleghi che hanno lavorato bene e più del sottoscritto in questo ambito e poi le mie perplessità su questo modello di città metropolitana restano, vedremo se i fatti mi convinceranno del contrario.
Credo altresì che la nostra zona omogenea debba verificare la disponibilità di eventuali Sindaci all'interno di tale ambito a prescindere da appartenenze politiche e campanilismi: se poi non emergessero disponibilità in tal senso, allora liberi tutti. Con la speranza remota che qualcuno possa rappresentarci, essendo come tutti ben sappiamo, indispensabili i voti dei consiglieri del Comune di Torino, che la scorsa volta non presero in considerazione la nostra zona omogenea.
Se la Città Metropolitana vuole veramente essere percepita come un soggetto utile al territorio, a prescindere dalla poca disponibilità economica, deve iniziare a prendere in considerazione anche quelle aree omogenee che non hanno una vasta densità di popolazione, ma sono estese e ricche di risorse e cultura.
Se il Sindaco o Sindachessa Appendino riuscirà a non sovrapporre il ruolo di Sindaco della Città di Torino con quello di Sindaco della città Metropolitana e destinerà risorse anche ai territori più esterni (a partire dalla connessione con il centro, logistica "valorizzazione ferrovia ecocompatibile" e "virtuale", leggasi banda ultra larga) la mia percezione del ruolo della città metropolitana cambierà sicuramente. (blog di Beppe Pezzetto)