Mi sorge il dubbio che viviamo in un mondo dove domina la cafona psicosi della prevaricazione urlata, dove il sereno difendere gli animali dalla gratuita cattiveria umana diventa un sentirsi, loro animalisti, animali in una guerra sanguinosa al genere umano. Mi sorge spontanea una domanda, anche se questa mi farà additare come bigotto, ma se tutti vogliono difendere la vita perché non si dichiarano anche apertamente antiaboristi?
Già, mi rispondono il feto, non è un essere umano! Conta di più la vita della madre! Ma allora la vita degli animali vale più della vita di un essere umano? Non sono un dottore ma siamo seri e pensiamo che un organismo, umano o animale, è una macchina imprevedibile e complessa. Nessun computer potrà mai prevedere gli effetti di una nuova medicina. E’ necessaria la sperimentazione, la “prova” su un corpo vivente di qualsiasi nuovo farmaco e le strade sono solo due, la prima è provare il farmaco su un animale, la seconda è provarlo su cavie umane. Ritengo che i ricercatori non si divertano a giocare con la vita, nel mondo la gente muore e soffre e bisogna trovare sempre delle cure nuove, questa è la necessità che per chi soffre e rischia la vita.
E poi prima di distribuire un nuovo farmaco bisogna sperimentarlo tantissime volte, se si vuole evitare il rischio di un’ecatombe, e qui mi vengono in mente gli effetti disastrosi del talidomide, un farmaco che non era stato sperimentato su animali gravidi ma comunque commercializzato. Erano nati, allora, circa diecimila bambini deformi prima che si corresse ai ripari togliendolo dal mercato. Mi fa sorridere l’affermazione di taluni che ogni farmaco può essere sostituito da una dieta sana e dai rimedi della nonna, una dieta sana certo aiuta cosi come molti rimedi della nonna.
Ma se uno è così tanto sprovveduto a credere che questi rimedi da sempliciotti nessuno vieta che alle prime avvisaglie di polmonite si ingurgitino litri di tisane biologiche, e la selezione naturale farà il resto.