«Le esigenze dei molti, contano più di quelle dei pochi». E' un vecchio adagio di Star Trek che, però, sembra ottimo (a volte) per giustificare delle scelte. Anche dolorose. Così fa un po' specie vivere in un territorio, il Canavese, dove anche le esigenze dei molti, vengono sacrificate a beneficio di chissà chi. E' il caso dei trasporti. Orari meno performanti, corse tagliate, ferrovia ferma a due secoli fa (almeno in un tratto). Tanto che, purtroppo, la soluzione è il "fai da te", ovvero le famiglie che si organizzano, aprono il portafoglio e noleggiano un bus privato per portare i figli (da Forno, Rivara e dintorni) a scuola. Il trionfo del privato dove il pubblico fa acqua da tutte le parti.
L'impressione, a dirla tutta, è che i piani alti della politica locale non si siano veramente resi conto dei problemi del trasporto, sia esso finalizzato ai pendolari o agli studenti. A parte i sindaci, che il problema lo conoscono perchè, giustamente, i cittadini si rivolgono in prima battuta al Comune di residenza, le altre amministrazioni sembrano vivere in un mondo parallelo. Dove, ovviamente, non ci sono mai risorse da destinare ai pendolari che, però, l'abbonamento lo pagano regolarmente (e anche bello salato).
Sabato prossimo, 16 gennaio, si discuterà di viabilità e trasporti a Cuorgnè, in un incontro pubblico che ha organizzato il Partito Democratico nel salone pluriuso degli ex salesiani. Sarà l'occasione buona (anzi ottima) per far sentire la voce di chi, questi disagi, li sta vivendo da mesi. Tra i relatori ci saranno l'assessore regionale ai trasporti, Francesco Balocco, e il vicesindaco della città metropolitana, Alberto Avetta.
Qualche giorno fa, dal Giappone, è arrivata una "lezione" di vita clamorosa in tema di trasporti. La stazione ferroviaria di Kyu-shirataki, sull'isola di Hokkaido, resta aperta tutti i giorni solo per consentire all'unica passeggera della zona (una studentessa, tra l'altro) di prendere il treno e andare a scuola. Un passeggero, una stazione, un treno. Ora, nemmeno in periodi di vacche grasse avremmo preteso, per il Canavese, un servizio simile. Ma se l'episodio del Giappone, come hanno detto in molti, è la testimonianza che, a volte, lo Stato è davvero al servizio dei cittadini, vien da pensare che, qui da noi, lo Stato sia quantomeno distratto.