Devo ammettere con un pizzico di spavalderia che la settimana delle ruote veloci mi ha visto centrare i pronostici: Kittel-Bouhanni, per gli altri le briciole.
Andiamo con ordine: il Giro come tutte le corse a tappe porta con sé tutto: emozioni, spettacolo, volate da brividi, imprese eroiche in montagna in giornate da tregenda, tanta gente festante lungo le strade, paesaggi maestosi di rara bellezza della nostra penisola (e non solo) ma sopratutto polemiche.
La pioggia delle tre giornate irlandesi accompagna i nostri sino a Bari. Il grigio cielo dell'ulster è il giusto sfondo per un puzzle privo di grandi nomi.
Inutile contarcela: Froome, Nibali, Cavendish, Cancellara, Wiggins, Sagan hanno programmato la loro stagione per il Tour, sirena ammaliatrice che non ipnotizza cantando ma sfoggia scrigni pieni di Euro.
Si sa che, al giorno d'oggi, fare Giro e Tour è impossibile. Apro una piccola parentesi per il nostro squalo siciliano.
Quando arrivi al giro di Romandia, classico appuntamento pre tour con giro del Delfinato e di Svizzera, quinto senza vedere più la figura di Froome (che sembra Fassino) primo sul podio cominci a preoccuparti.
Coraggio squalo la forma arriverà al momento giusto.
E allora fai fuoco con la legna che hai: Kittel, Bouhanni, Farrar, Boasson Hagen, Chavanel, Quintana, Rodriguez, Uran Uran.
Quattro velocisiti un corridore sempre generoso un tipo da fuga,tre scalatori, tutti di prim'ordine.
Il giro parla ancora straniero? Non voglio crederci.
Malori vuole far sua la splendida crono tra le vigne di Barbaresco e Castiglione Falletto fino all'arrivo di Barolo.
Il rischio di trovare tracce di sangue nel vino all'antidoping è alto … il buffet per la stampa è di solito pieni di delizie accompagnate da buon vino: se le foto saranno storte e sfocate saprete il perchè.
Tutti si aspettano Quintana trasformarsi in Pantani salendo ad Oropa, confronto improponibile al limite della scomunica.
Il Pirata è sempre il Pirata, penso di aver detto tutto.
Ormai è da due anni tra i professionisti, 2 giri della Valle d'Aosta tra gli U23compagno di Nibali: Fabio Aru, su di lui le speranze degli appassionati, uno scalatore capace di dire la sua in questo Giro.
Cacciatori di tappe i nostri?
E' probabile, uomini da top ten ne abbiamo davvero pochi: Scarponi, Pozzovivo, Basso dei tempi andati.
Ma se guardiamo bene troviamo dei giovani su cui puntare, possono sfoderare la grande prestazione, tutti con ampi margini di crescita.
Viviani è stato il più presente tra i velocisti, purtroppo sempre piazzato ma con una dote preziosa per chi fa il pazzo degli ultimi 300m: trovare la ruota giusta.
Con lui Nizzolo, Ferrari, Ratto ed un giovanotto di 40 anni Petacchi.
Uomini da fuga, da colpo di mano negli ultimi km: Moser, Gavazzi, Oss.
Un gruppetto di “bocia” che tra gli U23 hanno raccolto a mani basse: Villella, Canola, Barbin, Colbrelli.
Le polemiche sono arrivate nel giorno del rientro in Italia, insieme al colpo di scena.
Kittel lascia la compagnia, febbricitante, e le voci si fan subito insinuanti e maliziose.
Infatti Bouhanni ringrazia e fa sua la tappa, su un asfalto viscido e pericoloso.
Circuito cittadino a Bari, 8giri a voler emulare Parigi: non c'è storia.
Sotto la pioggia sino alla visibile protesta del gruppo, con ordini impartiti urlando, discussioni sul da farsi sotto l'occhio del grande fratello televisivo: mai successo.
Qui Cassani con cognizione di causa potrebbe spiegare come si portano avanti queste trattative nella pancia del gruppo, con discrezione per poi parlare con la giuria in corsa, senza sbracciarsi e strepitare davanti a telecamere e microfoni.
Giusta la decisione di neutralizzare l'ultimo giro, per evitare a uomini di classifica rischi inutili e lasciare via libera ai velocisti che hanno dimostrato ancora una volta il loro coraggio.
Domani è un'altro giorno ed un'altro giro.