Strani Film ha in preparazione «I Cormorani», opera prima del regista emergente Fabio Bobbio. Il film racconta l'estate di due ragazzini nel delicato momento di passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza, interamente ambientato nella zona dell'Alto Canavese, e sarà realizzato nell'estate 2015 con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund - Fondo regionale per il documentario) e i patrocini dei Comuni di Rivarolo Canavese e di Bosconero, che supporteranno la produzione per tutto il periodo delle riprese.
Domenica 24 maggio, dalle 10 alle 18 a Villa Vallero di Rivarolo Canavese, ci sarà il casting per la ricerca dei protagonisti del film, due ragazzi maschi dai 12 ai 14 anni, e di tutti gli altri attori principali, ragazzi e ragazze della stessa fascia di età. I candidati dovranno presentarsi con almeno un genitore a Villa Vallero, corso Indipendenza 68, Rivarolo. Per informazioni: casting@officinafilm.com
Fabio Bobbio, dopo aver vissuto sette anni all'estero, ha scelto di raccontare una storia intima ambientata nel territorio in cui è nato. «Ciò che mi spingeva a pensare all'ambiente in cui ero cresciuto non era tanto la nostalgia di casa o del passato, quanto la voglia di analizzare con il giusto distacco - dato dalla lontananza fisica - i ricordi e il senso di appartenenza a un luogo che ricordo mio soprattutto nel periodo che va dall'infanzia all'adolescenza. Da qui l'idea di riorganizzare in modo analitico le tracce e le sensazioni, riviverle in quegli spazi attraverso l'esperienza di due pre-adolescenti di oggi. Gli ambienti assumono il ruolo di terzo protagonista del progetto ed era inevitabile che la scelta cadesse sui luoghi reali della mia giovinezza»
IL FILM
L'estate in un piccolo paese ai piedi delle montagne. Due ragazzini vagano tra strade deserte, campagne assolate e capannoni industriali dismessi, apparentemente senza meta, mossi dalla volontà di sfuggire la noia attraverso la scoperta e la fantasia, la ricerca dell'avventura. Un'estate senza inizio e senza fine, in cui il viaggio, affrontato nell'affascinante periodo di passaggio dall'infanzia all'adolescenza, vuole essere il ritratto di un'età e di un territorio. I luoghi dell'infanzia del regista ripercorsi e reinterpretati: quella natura amorfa, trasformata in periferia industriale, odiata e ritrovata molti anni dopo, diventa spazio filmico fuori dal tempo. I due protagonisti sono il filtro con cui l'autore riscopre la terra in cui è cresciuto e la restituisce allo spettatore attraverso il corpo e la fantasia dei due ragazzi, in un continuo scambio tra reale e immaginato, presente e passato, quotidianità e mito.
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