Vitaliano (Nino) De Gregorio è un personaggio a tutto tondo. Sportivo, prestato alla politica per qualche anno, sempre affaccendato ad organizzare qualcosa. Un evento, un torneo benefico, un convegno sullo sport pulito. Lo conoscono (e, giustamente, lo apprezzano) in mezzo Canavese. Non potrebbe essere altrimenti. Qualche settimana fa, in collaborazione con la «One World Onlus» di Oglianico, è volato in Tanzania, dove, da quattro anni, è in corso un progetto scolastico dedicato ai bambini. C’è un ponte, ideale, infatti, che unisce il cuore del Canavese alla Tanzania. Un ponte costruito con i mattoni della solidarietà, ideato e promosso da un giovane medico di Oglianico, Antonio Dematteis. Ha girato con le missioni dei salesiani gran parte dell’Africa sub sahariana, incontrando fame, povertà e disperazione. Così, una volta tornato in Italia, ha deciso di darsi da fare per aiutare quelle popolazioni.
Un lungo viaggio durante il quale è riuscito a coinvolgere tantissime persone. Compreso Nino De Gregorio che, tra agosto e settembre, è stato in Tanzania a toccare con mano la realtà di quei luoghi. «Volevo rendermi utile dove c'è davvero bisogno - racconta l'ex assessore allo sport del Comune di Rivarolo Canavese - One World di Oglianico sta facendo un grosso lavoro da quattro anni e ho chiesto se era possibile dare una mano. Laggiù, nel distretto di Temeke, le suore salesiane hanno aperto una scuola. Ed è un vero e proprio lusso. Sono riuscito a convincere (non senza difficoltà) anche mia moglie e siamo partiti alla volta dell'Africa».
La situazione dove operano i volontari della onlus di Oglianico è particolarmente delicata. «Lì si vive in una baraccopoli dove non lavora nessuno e, probabilmente, le madri non sanno nemmeno quanti figli hanno. Sono tutti scalzi e vivono una vita decisamente difficile». De Gregorio è partito dal Canavese con due valigie piene di scarpe da calcio, palloni, colori, penne, matite. Tutti materiali che laggiù non hanno mai nemmeno visto. «Ho anche dato una mano alle suore costruendo pollaio - racconta - ammetto di non aver mai lavorato manualmente e lì non c'erano gli strumenti adatti. Ma ci siamo arrangiati. Abbiamo anche aggiustato qualche rubinetto e lavandino. A casa non faccio mai nulla e mia moglie si lamenta».
La comunità locale non ci ha messo molto a legare con «questi italiani». Dopo poche ore si era già creato un legame difficile da descrivere a parole. «Non hanno davvero nulla - dice ancora De Gregorio - però dimostrano subito un grande affetto. Soprattutto i bambini. Chiamandomi Nino lo ripetevano a raffica e anche facilmente. Sono stati tredici giorni di missione davvero particolari. Per certi versi assolutamente indimenticabili». La onlus di Oglianico, nel distretto di Temeke, gestisce una scuola con 400 bambini, con annesso oratorio e centro di aggregazione. Un ruolo sociale dal valore inestimabile. «Ho portato caffè e moka che poi ho lasciato lì perché, pur avendo il caffè, non usavano la moka e facevano dei bibitoni imbevibili» dice De Gregorio che, nel suo viaggio, oltre che dalla moglie, è stato accompagnato da altri otto ragazzi partiti dal Canavese.
«E' stata un'esperienza eccezionale - conclude - di quelle che ti fanno vedere il mondo con un occhio ben diversi. La consiglio a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco. Certo, ci va uno spirito particolare per affrontare quel tipo di esistenza. Serve tanto spirito perché se ti immedesimi nella loro situazione rischi davvero di deprimerti. Laggiù non hanno davvero niente e per fortuna ci sono persone come Antonio Dematteis che hanno preso a cuore la loro causa».
Info sui progetti all'indirizzo www.oneworldonlus.com