«La mancata condivisione del percorso di costruzione del piano finanziario con tutti i consiglieri comunali e con i cittadini non ha di fatto consentito un controllo democratico sulla definizione dei costi del servizio raccolta e trasporto rifiuti - scrivono Pasquale Mazza e Giuliana Reano - l’approccio al problema avrebbe potuto e dovuto essere diverso anche per sensibilizzare la cittadinanza tutta su una maggiore e migliore differenziazione dei rifiuti, contenendone anche la produzione e quindi i costi del servizio».
Il Pd conferma che, attraverso il suo coordinatore, ha ufficialmente richiesto al sindaco, anche con raccolta firme, di rivedere al ribasso il piano finanziario e di sospendere conseguentemente il pagamento delle tariffe così come applicate. «Né il PD né il gruppo consiliare “Castellamonte che cambia” ha dato indicazioni di evadere la tassa, essendo ciò contrario ai propri principi anche statutari; semmai si è rimarcato con forza che i cittadini debbano pagare il giusto, specie di fronte alla difficile situazione di crisi economica in cui versa Castellamonte».
La minoranza sottolinea che già nel 2013 la Corte dei Conti aveva "avvisato" il Comune in merito a diverse problematiche rilevate nel bilancio dell'ente. Già allora giustificate dall'amministrazione con la difficoltà di incassare le bollette della raccolta rifiuti a causa di non meglio precisati «problemi organizzativi e logistici di gestione del data-base degli utenti».
«Si diffida - aggiungono i congilieri - dall’utilizzare, in via strumentale, a possibile copertura di inerzia amministrativa, le azioni politiche intraprese dal locale circolo del Pd e dal gruppo consiliare “Castellamonte che cambia”, specificando che tali azioni sono tese a garantire il controllo dei costi di un servizio pubblico. Ci si riserva di intraprendere le opportune azioni legali a tutela dei propri diritti e dell’immagine».