Santho Iorio, storico volto di Sinistra Ecologia e Libertà in Canavese, lascia il partito. Di fatto, SeL perde sul territorio il suo primo referente. Per il partito di Vendola un duro colpo in vista delle amministrative di Rivarolo. Iorio ha comunicato il suo addio con una lettera inviata ai vertici nazionali e locali del partito, motivando anche la sua mancata partecipazione al recente congresso provinciale.
«Ci sono momenti in cui bisogna guardare in faccia la realtà e prendere decisioni che sono già mature – dice Iorio - ho preso atto con lucidità della sconfitta politica di SeL. E’ triste e doloroso ammetterlo ma è così, non siamo riusciti a costruire il partito che sognavamo. Nichi Vendola, al congresso fondativo di Firenze, parlava della voglia di costruire un “partito nuovo” e non un nuovo partito, l’ennesimo ed autoreferenziale partitino del 3%».
Iorio, che a Cuorgnè aveva sostenuto con la sua formazione politica la squadra di Beppe Pezzetto (senza entrare in consiglio comunale), sottolinea che «è arrivato il momento in cui non è più possibile tacere per il “bene del partito”, non posso che prendere atto definitivamente che il progetto di SeL così come immaginato, descritto e votato a Firenze ad ottobre 2010 è miseramente fallito sotto i desideri e le manovrine di bassa lega di alcuni».
Con un chiaro riferimento all’ultimo periodo, durante il quale è stato in qualche modo coinvolto anche il circolo canavesano del partito. «A rendere tutto ancora più desolante – scrive Iorio - è stata la ricerca spasmodica di nuovi tesserati, non importava come la pensassero l’importante era che facessero giuramento di fedeltà al proprio “capetto” e fossero pronti a diventare “truppe cammellate” seguendo pratiche becere da vecchia politica. Non contano le idee, i documenti programmatici, non conta la proposta politica di cui si è portatori, contano solo ed esclusivamente le tessere che hai fatto. Anche noi, come circolo, abbiamo ricevuto il pressante invito a fare quante più tessere fosse possibile e aver così riconosciuto e/o confermato un ruolo dirigenziale all’interno del partito. Consapevoli, che, dati i numeri in campo, profondendo anche solo il minimo impegno, saremmo stati determinanti per la vittoria di una delle due parti contrapposte, tuttavia, saremo ingenui, ma crediamo che essere capaci dirigenti di partito non significhi solo fare più tessere di qualcun altro».