Monsignor Roberto Farinella, appena nominato vescovo di Biella dalla diocesi di Ivrea dove ha operato per molti anni, ha scritto una lettera per presentarsi alla nuova diocesi. «Nel momento in cui viene annunciata la mia designazione a vostro nuovo Pastore è mio grande desiderio salutare tutti voi con sincero affetto - scrive ai fedeli - mi affido da subito totalmente alla Madonna di Oropa, “Totus tuus Maria”, Madre tanto amata e venerata da Voi e anche dalla Diocesi di Ivrea da cui provengo. Saluto dunque tutta l’amata e nobile Chiesa che è in Biella, l’Eccellentissimo Padre, il Vescovo monsignor Gabriele, il Capitolo dei Canonici della Cattedrale, tutto il presbiterio diocesano con il suo clero secolare e regolare, i diaconi, i candidati agli ordini sacri, i religiosi e le religiose, i monaci e le monache e tutti i fedeli, con un particolare ricordo per i bambini e i giovani, le famiglie, gli ammalati e tutti coloro che per le ragioni più diverse soffrono oggi nel corpo e nello spirito e sono provati dalla solitudine, dalla malattia, dall’esclusione, dalle povertà».
«Con lo stesso affetto saluto i rappresentanti e i fedeli che appartengono alle altre confessioni cristiane e ad altre religioni, certo che potremo camminare insieme, nel rispetto e nella verità. Rivolgo un pensiero speciale a quanti, senza professare alcuna fede, sono sinceramente alla ricerca del senso della Vita, della Bellezza, dell’Amore e sono impegnati nella promozione di un mondo più giusto e fraterno».
«Le mie radici sono umili. I miei genitori arrivarono dalla Sicilia e trovarono lavoro e casa a Castellamonte, in Canavese, dove sono nato cinquant’anni fa. In quella comunità parrocchiale ho ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana e ho imparato a camminare nella fede, crescendo alla scuola del lavoro e dei sacrifici della mia famiglia: rispettosa con tutti e dal cuore aperto agli altri. Giunsi in Seminario a Ivrea all’età di 19 anni, dopo aver conseguito il diploma, per rispondere al dono della vocazione sacerdotale, incoraggiato dall’arciprete don Vincenzo Salvetti. Il Seminario fu un’esperienza bella e nuova con il Rettore e gli altri seminaristi, aiutati dall’esempio del Vescovo monsignor Luigi Bettazzi, che mi ha ordinato presbitero il 24 settembre 1994. Il mio impegno prevalentemente per il Seminario diocesano e la pastorale vocazionale, con il paterno aiuto del Vescovo monsignor Arrigo Miglio, la vita consacrata e religiosa, il ministero di giudice regionale presso il Tribunale Ecclesiastico Piemontese, la direzione del giornale diocesano Il Risveglio Popolare, il ministero pastorale nella chiesa di San Maurizio a Ivrea e in altre parrocchie e infine parroco della Cattedrale, comunità che il Vescovo monsignor Edoardo Cerrato, già Preposito dell’Oratorio di San Filippo Neri che è in Biella, mi ha affidato quattro anni fa, segno della sua bontà e fiducia nei miei confronti.
Devo tutto alla mia Diocesi, ai Vescovi, ai confratelli nel sacerdozio, alla mia famiglia, ai giovani, ai fedeli e ai collaboratori laici incontrati nel mio cammino: hanno temprato con i loro esempi la mia umanità e la mia dedizione alla cura d’anime».