Il consiglio comunale di Rivara del 4 marzo sul tema del tracollo dell’Asa e del conseguente lodo che ha condannato i soci a pagare per ripianare i debiti dell’azienda era stato particolarmente acceso. La prima votazione all’ordine del giorno però aveva già riservato sorprese. Come in ogni consiglio comunale il primo punto infatti, prevede la lettura e l'approvazione del verbale relativo alla seduta precedente (in questo caso quella del 12 dicembre 2015). I tre rappresentanti della minoranza avevano votato contro. «Quando si fanno i verbali - dice il capogruppo Lorenzo Terrando - se si fa un riassunto va bene, si può modificare o meno, ma se si vengono a cambiare o aggiungere frasi che non sono mai state dette, questo per noi è una cosa grave e inaccettabile».
Sembrava che la polemica si fosse fermata li: invece ieri il gruppo «Uniti per Rivara» ha depositato un esposto, indirizzato al Procuratore della Repubblica di Ivrea e al prefetto di Torino, in cui si denuncia l’inserimento a verbale di una frase mai detta durante l’intervento del consigliere Terrando. L’omissione benchè, come affermato dalla minoranza stessa, marginale, è servita da spunto per denunciare nuovamente la mancanza di un impianto di registrazione che permetta la totale e letterale trascrizione degli interventi durante i tesissimi consigli comunali.
«Naturalmente i verbali vengono redatti dal personale di segreteria e non dall’Amministrazione - dice in merito il sindaco Gianluca Quarelli - in ogni caso durante l’ultimo consiglio ho chiesto personalmente alla minoranza quale fosse il passaggio contestato per valutare eventuali modifiche e si sono rifiutati di rispondermi. Personalmente giudico la questione un semplice pretesto per continuare col solito ostruzionismo e accanirsi contro gli uffici comunali, a maggior ragione visto che la frase in questione è parte di una sentenza pubblica con cui il Tar Piemonte accoglie parzialmente un appello del Comune di Rivara». La tensione fra maggioranza e minoranza a Rivara non accenna a scendere. (P.f.)