Il sindaco Alberto Rostagno, l'altra sera in consiglio comunale, ha relazionato ufficialmente per la prima volta su quanto accaduto nel sottopasso di via Galileo Ferraris nella notte tra il 2 e il 3 luglio. Quando, a causa dell'allagamento del tunnel, un operaio di Favria è morto annegato. La relazione del sindaco è arrivata in risposta ad una interrogazione congiunta presentata dai consiglieri di minoranza Marina Vittone, Aldo Raimondo, Martino Zucco Chinà e Alessandro Chiapetto.
«Un atto dovuto chiedere lumi perché a noi nessuno ha detto niente - ha detto il consigliere Marina Vittone - non cerchiamo colpevoli ma vogliamo capire se c’era qualcosa che si poteva fare e cosa si potrà fare in futuro». Alessandro Chiapetto del Movimento 5 Stelle, in aula, ha reso noto il carteggio post incidente intercorso tra il Comune di Rivarolo e il consorzio irriguo. Tra mancate risposte e sollecitazioni, ne è emerso un quadro poco edificante nel quale Comune e consorzio si rimbalzano eventuali responsabilità sull'accaduto. Quelle che dovrà eventualmente identificare la procura di Ivrea che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
«Quel sottopasso è stato realizzato nel 2000 su un progetto Gtt - ha spiegato il sindaco Rostagno - i collaudi sono stati regolarmente eseguiti e sono state installate due pompe più una di backup per aspirare l'acqua in caso di pioggia. Nessuno, in tutti questi anni, ha pensato di mettere una sbarra o un semaforo. Nella notte tra il 2 e il 3 liglio non c’era l’allerta meteo: il nubifragio che ha colpito la città non era previsto». Poi il sindaco ha ripercorso quella drammatica notte. «Sono stato avvertito dal comandante della polizia municipale di un'esondazione della roggia in regione Cittadella. Abbiamo mandato due cantonieri a mettere i cartelli di pericolo su richiesta del comandante. Lui stesso è andato sul posto. Mentre stavo andando in località Cittadella è arrivata la chiamata per il sottopasso. Le pompe funzionavano e lo hanno verificato anche i carabinieri. La bomba d’acqua le ha rese inutili. Abbiamo segnalato al comando dei vigili del fuoco il fatto che i pompieri volontari di Rivarolo, quella sera, erano in servizio per una cantina allagata in corso Torino. All’una, però, quando è arrivata la chiamata al 112 per il sottopasso, la centrale da Torino ha mandato Ivrea. I tempi si sono allungati oltre i venti minuti per l'intervento, a conferma che si sono verificate una serie di circostanze negative».
Il 28 giugno dell’anno scorso il Comune aveva già segnalato problemi alle tubature sotto corso Re Arduino al consorzio irriguo. Senza ottenere mai risposta. I tecnici avevano ipotizzato un anomalo afflusso di acqua dai canali della zona, circostanza che avrebbe favorito l'allagamento del sottopasso. Secondo palazzo Lomellini, la sera della tragedia, le paratie del canale scolmatore di Vesignano non erano chiuse. Un grosso flusso d'acqua, anzichè finire direttamente nell'Orco, è andato nella normale rete della città. Un afflusso anomalo che potrebbe aver favorito l'allagamento del tunnel. Circostanza smentita dal consorzio irriguo che, con una lettera firmata dal presidente Onorino Freddi, ha escluso un anomalo afflusso d'acqua irrigua nella rete. «La relazione sul sottopasso effettuata il giorno dopo ha confermato il funzionamento corretto delle pompe - ha aggiunto Rostagno - le griglie erano piene di fango caduto dalla scarpata. Vasca e tubazioni erano state appena pulite». Da dove è arrivata tutta quell'acqua (insieme al fango) dovrà scoprirlo la procura. Intanto il Comune ha dato mandato per l'installazione di un semaforo d'emergenza con sbarre che si abbasseranno in caso di allagamento del sottopasso.