Dopo nove mesi stanno ancora attendendo di poter rientrare in casa. Sono la famiglia di Valperga «sfollata» lo scorso ottobre quando un fulmine ha fatto crollare il campanile della chiesa di Sant’Antonio Abate. Situazione assurda: pur disponibile a iniziare subito i lavori per rimettere in sesto la propria casa, la famiglia è stata bloccata dalla burocrazia e dal fatto che la curia, proprietaria del campanile e dell'ex chiesa attigua, non ha i soldi per i lavori della parte di propria competenza. Tra l'altro, passati i sei mesi dal crollo, è venuto meno anche l’aiuto del Comune. Del caso se ne è occupato anche il consiglio comunale di Valperga grazie a un'interpellanza dei gruppi di opposizione. «Ci sarebbe una soluzione alternativa a costo zero - ha risposto il sindaco Gabriele Francisca - con uno spostamento della famiglia nell’ex asilo diventato proprietà della città. Anche il parroco ha dato il via libera però l’iter ha subito uno stop perchè serve il via libera della sovrintendenza che, per il momento, non c’è».
Celere Spaziante, il legale della famiglia rimasta senza casa, chiederà al tribunale di Ivrea la nomina di un consulente per valutare i danni subiti dall’immobile e accertare le responsabilità di quello che è successo. Perchè è vero che il crollo è stato provocato da un fulmine ma il vecchio campanile, così come la chiesa, probabilmente necessitava da tempo dell’ordinaria manutenzione. «Ci aspettiamo più collaborazione da parte della parrocchia per chiudere questa delicata partita nel minor tempo possibile», dice Spaziante.
In consiglio, su richiesta dei gruppi di minoranza, il sindaco ha fatto un rendiconto delle spese sostenute dal Comune per gestire l’emergenza. Circa 10 mila euro, compreso l’aiuto che, per sei mesi, è stato destinato alla famiglia rimasta senza casa. «Abbiamo chiesto il rimborso dell’intera cifra al servizio di protezione civile della Regione Piemonte – specifica il primo cittadino – so che i ragazzi sono ancora in difficoltà ma ci sono dei problemi con la parte di proprietà della curia. Noi abbiamo fatto tutto il possibile». I consiglieri di opposizione, però, annunciano battaglia. «Va bene chiedere i rimborsi alla Regione, ma non ci si può lavare le mani in questa maniera – sentenzia l’ex sindaco Davide Brunasso – c’è una famiglia che è rimasta senza casa. Bisognerebbe avere a cuore le sorti dei valperghesi». Dello stesso avviso il consigliere Giuliano Arimondo: «Abbiamo chiesto maggiore impegno al sindaco su questa vicenda. Il suo silenzio è a dir poco imbarazzante. Non finirà qui».