Il 1° luglio 1934 non si è ancora spenta l’eco per la vittoria della Nazionale azzurra di Vittorio Pozzo ai campionati del del mondo. Silvio Piola, che quell’impresa la vive da spettatore, è a Vercelli quando riceve la cartolina del precetto militare. Il campione della Pro Vercelli, che ha 21 anni, è convocato immediatamente presso il Reggimento di Artiglieria Pesante Campale di stanza a Casale. Ma dopo due sole settimane prenderà la via del campo estivo. Destinazione: il Canavese, Cuorgnè.
«Ma era un atleta di livello e come tale continuava ad allenarsi: ci raccontava, ad esempio, delle gare di staffetta», racconta la figlia Paola. Per giocare a calcio, si aggrega alla formazione locale, il Vallorco. Come sembra lontano il calcio che conta. E invece. In quell’estate si consuma forse l’episodio più «drammatico» per i tifosi vercellesi che vedono emigrare il loro astro nascente. A metà mese Silvio viene convocato in un bar del centro, il Vernetti. C’è il suo presidente Ressia, ma soprattutto c’è Olindo Bitetti, dirigente della Lazio inviato appositamente dal nuovo presidente Eugenio Gualdi per portare a Roma il bomber piemontese.
Sta allestendo una sorta di «dream team». Vuole vincere tutto, al cospetto del Duce. «Ma in quell’estate ci si aspettava piuttosto il passaggio di mio padre all’Ambrosiana Inter - racconta Paola -. Lui stesso diceva di preferire una squadra del Nord per rimanere vicino alla sua famiglia ma anche per non perdere il treno della Nazionale maggiore: si diceva che giocando in un club dell’Italia settentrionale fosse più facile approdare in azzurro». A quel tavolo siede anche il padre di Silvio, Giuseppe. Alla fine tutti si devono convincere dell’offerta laziale: la squadra punta in alto e la Nazionale non sarà certo un problema. Piola firma per Roma: il contratto prevede la cessione per un anno, con facoltà di rinnovo definitivo, 300 mila lire alla Pro, 5 mila lire al mese al giocatore oltre all’ingaggio di 10 mila lire annue.
Oggi il bar Vernetti si chiama Antica pasticceria Pan Belmonte, uno dei locali più antichi e conosciuti della zona, il titolare è Elvis Blessent. L’ambiente è intatto: in quella saletta sembra che Piola sia appena passato. Ed è qui che domenica verrà sistemata una targa donata da La Stampa che ricorderà una delle tappe più importanti nella carriera del campionissimo.