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BARBANIA - «Un'altra bomba, di acqua e vento. Questa volta a Barbania e nella fascia pedemontana del Canavese. Di nuovo danni ingenti sul mais che inizia la delicata fase della fioritura, sui prati, sulla viabilità con alberi e rami caduti». A dare l'allarme per l'agricoltura ormai in ginocchio è la Coldiretti che, in Canavese, continua ad aggiornare la conta dei danni. Le immagini dei campi di Barbania, purtroppo, parlano da sole. Giusto ieri l'associazione degli agricoltori aveva fornito una prima stima dei danni provocati dall'ondata di maltempo di inizio mese. 

I coltivatori, infatti, denunciano perdite con punte del 70-80% nelle zone più colpite dalle violente tempeste che si sono susseguite a ritmo di due a settimana. Perdite ingenti per quel che riguarda il grano nelle zone più tempestate: l’area Sud-Est della provincia, la fascia pedemontana canavesana, la pianura ciriacese, il basso Canavese.

Nelle zone che sono state risparmiate dalle tempeste di vento e grandine sono comunque state colpite da continue precipitazioni con grandi volumi di acqua scaricati a terra che hanno mantenuto i terreni impregnati e spesso allagati favorendo marciumi e asfissie delle piante o rallentando la crescita. Inoltre, in tutto il territorio si è assistito a una perdita di chicchi dovuta alla pioggia che ha reso difficile l’impollinazione. In più, la mancanza di giorni di sole ha inciso sulla crescita dei chicchi con un riempimento incompleto dei granelli. Per comprendere il fenomeno della “mancanza di chicchi” (e piccoli) basti pensare che una spiga di una varietà di grano tenero di media produttività contiene, in media, dai 36 ai 40 chicchi. In molti campi le spighe adesso contengono soltanto 18-20 chicchi.