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BOLLENGO - Lutto per la comunità di Bollengo che piange la scomparsa di Carlo Duò, già sindaco del paese, amministratore per 33 anni, podista, politico attivo nel Psi per molti anni, persona per bene. Lo ricorda il sindaco Luigi Sergio Ricca. 

«Le mie parole sono quelle del rappresentante del Comune che vuole portare l’ultimo saluto e manifestare riconoscenza a chi al Comune ha dedicato tanto del suo tempo, ma non posso non ricordare anche aspetti della sua vita che si sono intrecciati con la mia, non solo sul piano dell’impegno politico ed amministrativo, ma anche su quello dell’amicizia e della stima personale. Carlo Duò era originario del Veneto, la sua famiglia, come quelle di tanti altri corregionali, era  emigrata in Piemonte già al tempo della seconda guerra mondiale, in cerca di migliori condizioni di lavoro. Carlo, da adulto, divenne un dipendente della Olivetti, lavorandoci fino alla pensione. Io l’ho conosciuto da giovanissimo, frequentando il Circolo dopolavoro gestito dai suoi suoceri e dalla moglie Franca, che tanto gli è mancata negli ultimi anni e che ora potrà riabbracciare. Con lui si parlava di lavoro, di Olivetti, della quale nel frattempo ero anch’io diventato dipendente, di politica, di sport. 

Poi la politica è diventata l’impegno di una comune militanza nel Partito Socialista, trovandoci perfettamente d’accordo sull’idea di una visione riformista che guidasse le scelte per assicurare condizioni di vita più giuste ed eque alle persone. Nel 1978 si candidò al Consiglio comunale di Bollengo e si è impegnato per il Comune per ben 33 anni, fino al maggio del 2011, ricoprendo anche, in più occasioni il ruolo di assessore, di vicesindaco, di sindaco facente funzioni (1991/1993 e 2005/2006), fino alla elezione diretta a sindaco nel 2006, restando in carica fino al 16 maggio 2011, quando finì il suo impegno amministrativo. Aveva il piacere della “battuta” Carlo, e spesso descriveva la situazione da gestire con quella che poteva sembrare una battuta folgorante, quasi surreale, ma che alla fine colpiva nel segno. 

Ti diciamo grazie Carlo a nome di tutta la Comunità Bollenghina per il Tuo impegno sempre profuso nell’interesse del paese. Su una cosa non andavamo d’accordo: il calcio. Lui della Juve, io del Toro! Ma, al di là della battuta, voglio ancora ricordare la sua passione per lo sport, in particolare il podismo che l’ha visto per tanti anni atleta praticante, sia nel Campionato Canavesano, sia nell’avventura che insieme abbiamo corso nel 1974, quella della Torino- St Vincent e che lui ha corso ancora altre due volte. Così come ho scoperto con lui la passione per la montagna, con tante escursioni in compagnia, a partire dal Mombarone, per tanti di noi rimasta come una bella passeggiata ma per lui anche competizione e sfida, tanto da aver corso ben 17 edizioni della Ivrea-Mombarone. 

Voglio ancora aggiungere una cosa di Carlo: Carlo era una persona “moderna”, restava al passo con il mutare del tempo, e sapeva cogliere i cambiamenti della società in cui viveva e per la quale ha dato anche molto del suo tempo e del suo impegno. Mentalità aperta, sapeva leggere e capire l’evoluzione dei tempi, anche se a volte la traduceva solo in una battuta, ma efficace nel fotografare il cambiamento di costumi e comportamenti. Ed era una persona tollerante, cercava sempre il lato buono delle persone. Cari Grazia ed Enrico, siate orgogliosi di quanto ha fatto Vs padre. A Voi ed a tutti i familiari, il nostro cordoglio e vicinanza, con un sincero GRAZIE a Carlo per il suo impegno a favore della nostra Comunità. Ciao Carlo, riposa in pace».