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BRANDIZZO - La notte tra il 30 e il 31 agosto 2023 ha segnato profondamente il nostro territorio. All'alba, dopo una notte di dramma, tutti hanno preso coscienza di quello che era successo. Tutti si sono resi conto della portata della tragedia. Assurda ed evitabile quella che si è consumata sui binari della stazione di Brandizzo, sulla linea Torino-Milano, dove un treno in transito ha travolto e ucciso cinque operai. Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa, Giuseppe Saverio Lombardo.

«Evidenti violazioni delle norme di sicurezza», diranno le indagini nelle ore immediatamente successive allo schianto. La necessità di lavorare in fretta, di chiudere i cantieri il prima possibile, di eseguire quelle manutenzioni al volo. E poi l'ordine di iniziare a lavorare senza autorizzazione, nessuna verifica sul traffico in transito, la prassi di dribblare le regole per risparmiare. Tempo e denaro. Ingredienti letali che hanno portato alla morte di cinque ragazzi.

Ci sono degli indagati (parecchi), ognuno con delle precise responsabilità. Le aziende risarciranno, non vi è dubbio. Ma i cinque morti sui binari della stazione di Brandizzo, ancora una volta, hanno messo in risalto che a livello nazionale, in quanto a sicurezza sui luoghi di lavoro, si fa ancora troppo poco. Lo hanno confermato, nei mesi successivi, altre decine di morti in incidenti altrettanto gravi. Non ci sarà mai giustizia per gli operai di Brandizzo se si continuerà a morire così facilmente sul posto di lavoro.