IVREA - Dopo le indagini della Procura Generale riferite a fatti dell’anno 2015, in cui sono state indagate 25 persone per pestaggi ai detenuti avvenuti nel carcere di Ivrea, nel cuore della notte personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino e della Guardia di Finanza di Torino, su disposizione della Procura della Repubblica di Ivrea, ha dato esecuzione a 36 perquisizioni domiciliari notificando altrettante informazioni di garanzia. Gli accessi sono avvenuti presso la Casa circondariale e presso le abitazioni degli indagati.
La nuova indagine della Procura di Ivrea riguarda numerosi fatti riferiti agli anni successivi (a quelli oggetto di accertamento da parte della Procura Generale), ed in particolare diversi episodi dell’ultimo biennio, alcuni anche recentissimi, sino all’estate 2022. Al momento gli indagati iscritti sono 45, tra appartenenti alla polizia penitenziaria, medici in servizio presso la Casa circondariale di Ivrea, nonché funzionari giuridico pedagogici e direttori pro-tempore: i reati ipotizzati sono quelli di tortura con violenze fisiche e psichiche nei confronti di numerosi detenuti, falso in atto pubblico e reati collegati.
Le indagini finora svolte hanno consentito di raccogliere precisi e gravi elementi probatori oggettivi che hanno fornito riscontro alle denunce prodotte alla Procura di Ivrea nel corso degli anni, permettendo di individuare la «cella liscia» nonché la cella «acquario», celle entro le quali i detenuti venivano picchiati e rinchiusi in isolamento senza poter avere contatti con alcuno, nemmeno con i loro difensori. I reati risultavano tuttora in corso, situazione che ha reso ineludibile l’intervento degli inquirenti.
«Le indagini proseguono, per meglio chiarire le responsabilità di ognuno in relazione ai fatti già noti ed altresì per verificare l'eventuale sussistenza di ulteriori episodi in danno dei detenuti. Il procedimento penale è attualmente nella fase delle indagini preliminari e ovviamente gli indagati sono da considerare non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile», precisano dalla procura di Ivrea.