BUSANO - Otto indagati nell'ambito di un'inchiesta della procura di Ivrea che, partita da un incidente sul lavoro, ha finito col mettere nei guai diversi ispettori dello Spresal (il Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) dell'Asl To4. Dopo un infortunio alla «Omp» di Busano, nel 2018, in cui un operaio perse parte di un dito, i tecnici dello Spresal di Ivrea avrebbero continuato a far lavorare un macchinario non a norma fino al 2022. E' stata la stessa procuratrice Valentina Bossi ad accorgersi della delicata situazione e a chiedere la valutazione di un consulente esterno.
Sei dei coinvolti sono dirigenti e funzionari dello Spresal dell'Asl To4, a vario titolo indagati per reati come favoreggiamento, falso, perdita del corpo del reato. Gli altri due sono invece gli imprenditori titolari della Omp di Busano, accusati di lesioni personali colpose per l'incidente sul lavoro.
Un operaio della ditta di Busano subì la parziale amputazione del dito di una mano da una brocciatrice. Dopo l'intervento sul posto, i tecnici dello Spresal avrebbero dato il via libera all'azienda per lavorare con quel macchinario, seppur con l'obbligo di rispettare alcune prescrizioni. Solo che, stando a quanto ricostruito dalla procura, nessuno si preoccupò effettivamente di controllare quelle prescrizioni. Il problema è venuto a galla quando il magistrato ha chiesto la verifica della situazione ad un consulente esterno. La perizia ha sottolineato che il macchinario non era a norma e non poteva lavorare, benché lo avesse fatto per quattro anni di fila.
Di più: nel corso degli anni sarebbero andati persi anche alcuni pezzi della brocciatrice sequestrati dopo l'incidente sul lavoro e alla richiesta del pubblico ministero di produrre una foto del macchinario funzionante, sarebbe stato inviato in procura lo scatto di una macchina simile ma non quello sotto indagine. Di fatto, ora la procura di Ivrea deve indagare sui suoi stessi uomini di polizia giudiziaria.