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CALUSO - Svolta nel processo Boaglio in corso a Ivrea. E' caduta l'accusa di associazione a delinquere per i tributaristi dello studio di Caluso finiti alla sbarra. Per Simona Ventre è stata chiesta l'assoluzione «per non aver commesso il fatto»; per Giuliana Boaglio il Pm ha richiesto ai giudici il «non doversi procedere» perchè tutti i capi d'accusa sono prescritti; per il fratello Massimiliano, invece, ha chiesto una condanna a 2 anni e 9 mesi. Nei suoi confronti, però, 62 capi d'imputazione sono già andati prescritti (per truffa e appropriazione indebita di denaro e documentazione contabile). 

L'inchiesta della procura di Ivrea risale al periodo 2016-2018. A quel tempo molti imprenditori e partite Iva della zona si videro recapitare le cartelle di Equitalia per le tasse non pagate: tasse che i professionisti erano convinti di aver già saldato tramite lo studio Boaglio. Secondo le indagini della procura i professionisti avrebbero celato le posizioni debitorie dei clienti. Da lì è partita la denuncia allo studio che finì con il portare a Caluso anche alla ribalta di diverse trasmissioni televisive a carattere nazionale. Il processo, però, è partito solo a dicembre 2022 alle prese con la mannaia della prescrizione.