CANAVESE - «I valori di Pfas riscontrati degli enti preposti nell’acqua potabile di alcuni comuni del Piemonte sono superiori ai limiti di sicurezza fissati nel 2017 nella zona rossa del Veneto. Chiediamo pertanto al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio quali iniziative intende mettere in atto per proteggere la salute di cittadine e cittadini della Regione che amministra». È questa la richiesta di Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, a seguito del dibattito sorto in ambito politico e all’interno della società civile dopo la denuncia dell’organizzazione ambientalista riguardo la presenza di Pfas (sostanze poli e perfluoroalchiliche) nelle acque potabili di molti comuni del Piemonte. Alcuni di questi in Canavese come ha confermato l'indagine di Greenpeace che trovate CLICCANDO QUI.
«Sono in troppi a sminuire il problema, sostenendo che i valori rilevati da Greenpeace Italia sono nella norma, ma il punto è che i limiti attuali ci espongono a dosi pericolose di queste sostanze», continua Ungherese. «Esiste un evidente scollamento tra le preoccupazioni della comunità scientifica e il limite imposto dalle norme europee, pari a 100 nanogrammi per litro per la somma di 24 molecole, che entrerà in vigore tra l'altro solo nel 2026. Ad esempio, il Pfoa, ovvero la sostanza che è stata erogata nell'acqua potabile di 125 mila abitanti del Piemonte, è stato classificato come cancerogeno e, alla luce delle più recenti conoscenze scientifiche, anche bassi livelli di assunzione potrebbero non essere sicuri per la salute umana».
Nel 2020, l’Agenzia Europea sulla Sicurezza Alimentare ha stimato una soglia massima settimanale di ingestione di Pfas pari a 4,4 nanogrammi per chilo di peso corporeo alla settimana (ovvero 0,0044 microgrammi per chilo) per la somma di sole quattro molecole. In pratica, secondo questo parametro, a un bambino dal peso di 10 chilogrammi basterebbe bere meno di 5 litri di acqua contaminata con 10 nanogrammi di Pfoa a settimana per ingerire una quantità ritenuta non sicura per la salute.
I Pfas sono sostanze chimiche di sintesi prodotte solo dalle attività umane, usate in vari settori industriali e prodotti di consumo, che si accumulano sia nell’ambiente sia negli organismi, causando problemi al sistema endocrino e alcune forme tumorali. Torino e alcune aree del Piemonte non sono esenti da questo problema, come ha rivelato la recente indagine di Greenpeace Italia, basata su dati forniti all'organizzazione ambientalista dagli enti pubblici preposti al controllo, dopo richiesta di accesso agli atti.