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CANAVESE - Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera che ci ha inviato una giovane mamma di 26 anni residente in un Comune vicino a Ivrea, alle prese con una situazione famigliare e giudiziaria piuttosto complessa. Un appello per rendere nota la sua storia e cercare qualcuno che, in questo delicato momento, la possa aiutare.

«Ho 26 anni e sono una madre che lotta perché non le vengano sottratti i suoi bambini. Sono davvero disperata e non so più a chi chiedere aiuto. Un anno fa mi sono separata dal mio compagno, con cui ho avuto tre figli: due bimbe e un bambino più piccolo. Ora, vivo con un altro uomo e, da poco, sono diventata di nuovo mamma. Tuttavia, il mio ex marito e, soprattutto, sua madre mi stanno rendendo la vita un inferno. Mi hanno già sottratto le due figlie più grandi, di 5 e 3 anni, e adesso minacciano di portarmi via e non farmi più vedere neanche il terzo figlio. Ha un anno e mezzo e l’ho allevato da sola fin da quando aveva 4 mesi. Non è giusto. Mia suocera, che lavora per un consorzio che opera nel sociale, mi odia. Per lei non sono una madre idonea a tenere i bambini, ma non è così».

«Il 2 luglio mi è arrivata una lettera dal Tribunale nella quale si conferma da venerdì prossimo la collocazione del mio bimbo dal mio ex marito. Tra l’altro lui vive con la madre e i familiari. Con chi rimarrebbe il bambino? Chi lo guarderebbe? Me lo chiedo perché anche la nonna lavora e il papà, il mio ex, facendo l’agricoltore è impegnato tutto il giorno. Senza contare quando esce alla sera con gli amici a bere e fare festa. Io non lavorando, invece, posso dedicarmi a loro h24. Non so davvero più cosa fare. Li ho sempre guardati tutti insieme. Il piccolo è cresciuto in casa con il mio nuovo compagno senza problemi. Non possono togliermi i miei bambini. Non ho fatto niente di male. Mi sono sottoposta anche ad una perizia psichiatrica. Non sono né pazza, né tossica, né drogata. Accusano ingiustamente il mio attuale uomo di avere problemi di droga, ma è una bugia. Ho parlato con gli assistenti sociali, ma nessuno mi aiuta. Con il mio avvocato abbiamo presentato ricorso, ma se ne riparlerà ad ottobre. Nel frattempo, non vedrò più mio figlio. Come faccio? Già le mie bambine, le poche volte che mi vedevano, mi chiedevano se volevo loro ancora bene. E’ atroce. Non posso neanche fare ostruzione e non lasciare andare il bimbo dal padre, come stabilito dal giudice: interverrebbero i carabinieri e rischierei di essere denunciata e di peggiorare la situazione. Vi prego, se qualcuno può, mi aiuti».

Per eventuali segnalazioni o contatti è possibile scrivere a info@quotidianocanavese.it