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CANAVESE - L’indagine congiunturale, realizzata a giugno tra le aziende del sistema confindustriale piemontese, raccoglie le valutazioni di oltre 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi. «A marzo avevamo riscontrato un buon miglioramento del clima di fiducia, grazie soprattutto al rallentamento dell’inflazione e della dinamica dei costi di materie prime e energia.  A giugno si delinea un raffreddamento delle attese, spiegato per intero dalla netta frenata del comparto manifatturiero cui si contrappone il miglioramento del comparto dei servizi», spiegano gli industriali. D’altra parte, restano molto robusti gli indicatori a consuntivo, a conferma del fatto che siamo ben lontani dal prefigurare una svolta negativa del ciclo congiunturale. L’utilizzo della cassa integrazione scende al di sotto del 6%; nei servizi è praticamente a zero. Il tasso di utilizzo degli impianti rimane attestato intorno a un livello di pieno utilizzo. Stabile la redditività; tengono gli investimenti, su livelli elevati. Si attenuano ulteriormente le pressioni sui costi degli input. Si riduce la forbice dimensionale, tra imprese con oltre 50 addetti da un lato e imprese al di sotto dei 50 addetti dall’altro. 

In particolare, rallenta la metalmeccanica e soprattutto la meccatronica, che mantiene tuttavia un saldo positivo tra attese di aumento e riduzione di produzione e ordini. Al contrario, nei comparti non-meccanici il saldo scende al di sotto del punto di equilibrio, per effetto soprattutto della svolta recessiva di tessile-abbigliamento e carta-grafica. Bene l’alimentare, reggono gomma-plastica, legno, edilizia e impiantisti. edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il comparto dei servizi, in tutti i comparti i saldi sono decisamente positivi e in quasi tutti i casi si rafforzano rispetto a marzo. Per quanto riguarda le aspettative degli imprenditori del Canavese per il terzo trimestre del 2023 registrano attese ancora positive, anche se in misura inferiore rispetto ai trimestri precedenti, ma tuttavia ancora migliori in media rispetto ai dati raccolti a livello regionale. 

In sintesi, le previsioni canavesane per il Trimestre luglio-settembre 2023 sono positive per la Produzione ed i Nuovi Ordini (con un Saldo Ottimisti pessimisti rispettivamente di +10,1 e +7,2), mentre rallentano gli ordinativi per l’Export (Saldo +1,6). Passa in terreno negativo la Redditività, anche a causa del persistere di elevati e ancora non in calo costi di produzione. Restano elevate le aspettative per l’Occupazione, seppur in lieve calo, con un Saldo Ottimisti pessimisti di +20,3, a cui si accompagna un particolarmente basso ricorso al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni e limitato all’1,5% delle Imprese. Inoltre, solo il 15,9% delle Imprese non prevede Investimenti per i prossimi 12 mesi e il 20,3% segnala ritardo negli Incassi. Relativamente ai prezzi delle Materie prime, Energia e Trasporti/Logistica la maggioranza delle Imprese, intorno al 70%, dichiara un andamento sostanzialmente costante.

Paolo Conta, Presidente di Confindustria Canavese: «I dati registrano ancora un buon andamento, anche se non mancano alcune preoccupazioni che rischiano di frenare la competitività delle nostre imprese. Dall’indagine emerge chiaramente che anche per il prossimo trimestre la fiducia persiste, le imprese continuano a investire, anche se in maniera più moderata, esportano e utilizzano buona parte degli impianti di produzione. Si tratta di un segnale positivo per il nostro territorio. Affinché la crescita sia costante e duratura non deve venire meno l’impegno per velocizzare la trasformazione della nostra economia e per mettere in atto tutte quelle transizioni oggi essenziali per lo sviluppo delle imprese».  

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte: «Le attese delle nostre imprese restano positive. Siamo al dodicesimo trimestre di crescita consecutiva dei tre indici principali per l'economia Piemontese: l’utilizzo degli impianti, +12,8% in tre anni; investimenti, +11,5% rispetto a dopo la pandemia; occupazione, con una crescita di 26,3 punti nel saldo ottimisti pessimisti. Un percorso che anche grazie alla riduzione del costo dell’energia, sta agevolando i programmi di sviluppo, come dimostra il ricorso alla Cig ai minimi storici. Nella lettura delle previsioni dei nostri associati sono percepibili i timori legati ai due nostri principali mercati di riferimento, Germania e Francia. Così come pesano inflazione e aumento dei tassi. Oggi più che mai diventa quindi ancora più urgente un piano Industria 5.0, che razionalizzi e stabilizzi gli incentivi esistenti per gli investimenti, consentendo alle imprese di programmare a medio-lungo termine. Integrando questo programma nel Pnrr con il supporto alle Pmi tecnologiche del piano europeo Sure 5.0, avremo anche messo basi importanti di supporto all’accelerazione dei percorsi formativi e di aggiornamento professionale. La crescente richiesta di competenze, legata alle transizioni in atto, è la chiave per aumentare produttività e attrattività delle nostre aziende e del nostro territorio».