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CANAVESE - «Buongiorno, vuole donare un farmaco?», chiedo ad un signore appena entrato in farmacia. «Sarebbe meglio un panino al salame», mi risponde. Ha 83 anni, nato durante la guerra, mi racconta della fame, delle difficoltà della vita. Mentre dialoghiamo continuo a dare i volantini che invitano a partecipare alla «Raccolta del farmaco».

Intanto i clienti offrono antipiretici e sciroppi per la tosse a favore del Banco Farmaceutico. Continuiamo a parlare della vita e delle difficoltà che segnano certi momenti dell'esistenza difficili da dimenticare e quando mi racconta della madre, che nei momenti più bui si nascondeva da tutti e recitava il rosario, si emoziona. Ci salutiamo come vecchi amici eppure cinque minuti prima non sapevamo l'uno dell'altro. Passano le ore e le persone entrano nella farmacia con i loro grandi o piccoli problemi ed escono con un rimedio per loro e, quasi tutti, avendo donato un farmaco per chi ne ha bisogno.

Una farmacista mi racconta che il giorno prima lei e le sue colleghe si sono stupite quando un signore ha donato il corrispettivo di cinquecento euro in farmaci dicendo: «Nella tomba questi non mi servono». Terra canavesana, terra ricca di cuori temprati dal lavoro dei campi o nelle fabbriche, di cuori ricchi di fede e di operosità, ma soprattutto di cuori generosi. È stato fondamentale il contributo delle circa 30 farmacie del territorio (circa 5000 medicinali donati) che, insieme alle farmacie di Torino e del resto della provincia, hanno permesso di raccogliere oltre 38mila farmaci, il 15% in più rispetto all'edizione precedente.

È stato straordinario anche il risultato a livello nazionale che ha visto superare la soglia del mezzo milione di prodotti donati. Un arrivederci alla prossima raccolta del farmaco che avrà luogo a febbraio 2024. (P.R)