Galleria fotografica

CASTELLAMONTE - Ventiquattro anni fa, il 15 ottobre 2000, alle 17.40, nel pieno di un'alluvione che sconvolse tutto il Piemonte lasciando ferite indelebili in Canavese, il capo squadra dei vigili del fuoco, Bartolomeo Califano, scomparve per sempre, inghiottito dalle acque del torrente Orco tra Castellamonte e Salassa. Questa mattina, insieme ai famigliari, i vigili del fuoco hanno ricordato la figura del collega e il suo sacrificio, nel punto dove avvenne l'incidente. Un omaggio floreale è stato affidato al corso d'acqua; un secondo omaggio floreale, invece, è stato piazzato sul ponte, dove una targa ricorda l'estremo sacrificio del vigile del fuoco.

Califano prestò servizio al comando provinciale di Asti dall'11 marzo 1985 al 6 gennaio 1999. Promosso caposquadra, fu trasferito al comando provinciale vigili del fuoco di Torino, dove ha prestato servizio fino al giorno della sua scomparsa. Quel giorno, precipitò con l'automezzo di servizio nel torrente Orco in corrispondenza del ponte crollato. Nonostante le intense ricerche il corpo non venne mai ritrovato. 

Nel 2007 è stato insignito, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, della Medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione: «In occasione di un violento e disastroso evento alluvionale, impegnando ogni risorsa fisica, si prodigava nelle operazioni di soccorso alla popolazione. Alla guida dell'automezzo di servizio, a causa del cedimento di un ponte, precipitava in un torrente scomparendo tra le acque impetuose. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed eccezionale spirito di servizio spinti fino all'estremo sacrificio».

La vicenda di Bartolomeo Califano è tornata prepotentemente d'attualità di recente, quando un imprenditore di San Francesco al Campo, Gianni Canavera, è stato travolto dalla furia dell'Orco a Feletto, nel corso di una piena. Anche il corpo del 58enne non è stato ritrovato.