Galleria fotografica

CASTELLAMONTE - Un «no» deciso all’installazione di un maxi palo per le telecomunicazioni nella frazione di Filia. Monta la pacifica protesta dei residenti della borgata collinare di Castellamonte, pronti a combattere a colpi di firme contro il posizionamento in paese, in un terreno privato, di un nuovo impianto destinato ad antenne e ripetitori alto circa 30 metri. 

Preoccupati per la vicinanza dell’infrastruttura alle case, per la propria salute e per quella dei propri figli e forti di ben 186 sottoscrizioni i castellamontesi hanno preso carta e penna e scritto al sindaco, Pasquale Mazza: «Siamo venuti a conoscenza a fine gennaio della richiesta da parte di una società per l’installazione a Filia di una nuova infrastruttura per le telecomunicazioni. Ci è spiaciuto, perché ci saremmo aspettati una comunicazione dal Comune di quanto stava succedendo. Magari anche attraverso il consiglio di frazione, che è un prezioso organo di raccordo tra le borgate e la città. Non siamo contro le antenne, per partito preso. Siamo consapevoli dell’importanza che hanno questi impianti per la fruizione di servizi ormai essenziali come l’accesso a internet e alla telefonia mobile, soprattutto in aree cosiddette marginali, che potrebbero trarre beneficio anche dalla possibilità di offrire smart-working. Tuttavia, siamo preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere sulla nostra comunità».

Purtroppo, sottolineano gli abitanti di Filia, il Comune di Castellamonte non ha un regolamento che disciplini e assicuri il corretto insediamento urbanistico e territoriale di questo tipo di impianti. «Temiamo effetti negativi sulla salute – aggiungono i firmatari della petizione, protocollata da poco in Comune – Nel 2011 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS ha classificato le onde a radiofrequenza tra i possibili “carcinogeni umani”. La legislazione attuale non tiene conto degli effetti a lungo termine delle emissioni. Serve, come evidenzia la scienza, precauzione per evitare rischi. C’è poi un aspetto paesaggistico che va valutato. L’installazione di un’infrastruttura di 30 metri d’altezza in un’area collinare avrebbe un impatto enorme e potrebbe creare i presupposti per il proliferare di altre installazioni. La zona è, infine, frequentata da escursionisti, ciclisti ed eco-turisti. Nelle immediate vicinanze del futuro impianto ci sono attività agricole e di ricezione turistica che ne sarebbero danneggiate economicamente. Inoltre, la presenza di fonti di inquinamento elettromagnetico condurrebbe anche ad una radicale svalutazione degli immobili locali». 

A preoccupare non c'è solo il rispetto per l'ambiente e la salute dei cittadini, ma anche potenziali problemi connessi alla viabilità in riferimento ai mezzi pesanti che transiteranno sulla stretta strada che porta al luogo dell'installazione dell'impianto. I firmatari della petizione (residenti, titolari di attività dell’area o semplici fruitori della zona) chiedono al sindaco: «che l’impianto venga realizzato lontano dalle abitazioni e delle aree frequentate quotidianamente dai lavoratori; che vengano adottate tutte le misure per mitigare l’impatto paesaggistico e che il Comune organizzi un incontro pubblico coi rappresentanti della società intenzionata ad installare l’impianto per individuare insieme un sito alternativo, nel rispetto degli interessi di tutti: quelli dell'azienda e dei privati proprietari dei terreno, ma anche e soprattutto quelli della intera comunità locale».