CASTELLAMONTE - Si riaccendono i riflettori sulla discarica per rifiuti non pericolosi di Vespia, gestita da Agrigarden Ambiente e posta a Castellamonte tra le frazioni di Campo, Muriaglio e Preparetto. A chiedere lumi rispetto alla gestione del sito, all’ultimo ampliamento autorizzato di ulteriori 125.000 mc al lordo degli infrastrati sono stati alcuni cittadini, che hanno richiesto anche un incontro al sindaco della città, Pasquale Mazza.
In particolare, i residenti hanno puntato il dito su presunti scarichi non corretti di percolato o fanghi nel torrente Malesina, oltre a domandare informazioni su contributi versati da Agrigarden Ambiente ad associazioni del territorio. A fugar tutti i dubbi ci ha pensato l’amministratore delegato dell’azienda, Francesco Capone, che abbiamo incontrato e ci ha aperto le porte del sito per un sopralluogo in discarica oggi, martedì 13 marzo 2024: «E’ chiaro che una discarica rappresenti sempre un "vulnus” per il territorio che la ospita. Tuttavia, c’è una necessità di avere questo tipo di impianti e l’esperienza ci ha insegnato come, fortunatamente, oggi questi siti non siano più un “buco da riempire coi rifiuti”. Si tratta di impianti ingegneristicamente complessi. Io le considero una “cassaforte”, perché credo molto nel “landfill mining”: grazie alla tecnologia moderna, infatti, possiamo recuperare materiali ed energia dai rifiuti delle discariche. E’ un processo virtuoso. L’ “inquinatore” non è chi prende e tratta l’immondizia, ma chi la brucia in modo non corretto. Ci piacerebbe far capire che una discarica come Vespia non è un “mostro”, come viene spesso descritto, ma se si lavora bene può essere invece una risorsa».
«Abbiamo acquisito la gestione di Vespia nel 2018 – aggiunge Francesco Capone – Abbiamo messo in atto diversi interventi e investimenti per risolvere e superare le criticità che abbiamo trovato. Abbiamo realizzato, innanzitutto, la sistemazione delle coperture delle scarpate e una seconda vasca di raccolta. Per lo smaltimento del percolato è in funzione, inoltre, un percolato dotto e quando, come avvenuto nei giorni scorsi, ci sono incessanti piogge e la produzione di percolato aumenta interveniamo con i camion per portarlo via. E’ tecnicamente impossibile che ci siano perdite di percolato nel Malesina e tanto meno che vengano sversati fanghi industriali. E’ infondato. Dall’impianto vengono scaricate solamente le acque di ruscellamento o quelle di seconda pioggia, come previsto dalla legge. E’ stata inoltre riorganizzata completamente la rete di estrazione del gas, con nuove condotte dotate di idonea pendenza per evitare ristagni di condensa, e nuove stazioni di regolazione realizzate in acciaio in modo da fornire adeguate garanzie di durata anche nella fase di gestione passiva della discarica. Per quanto riguarda infine i contributi rientrano nella materia di legge che si chiama “responsabilità sociale d’impresa”. E’ tutto fatto con la massima trasparenza possibile».
Sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino castellamontese, Pasquale Mazza: «Sono disponibile a incontrare questi cittadini a breve. Come sindaco e responsabile della salute pubblica dei castellamontesi mi auguro che abbiano anche modo di dimostrare quanto sostengono, altrimenti è un fatto grave e si rischiano querele. Detto questo, la mia posizione e quella dell’amministrazione comunale in merito all’ultimo ampliamento della discarica non è cambiata, resta la stessa: è noto che è stato concesso con il parere contrario delle amministrazioni comunali di Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Issiglio, Vidracco, Baldissero e dell’Unione montana Valle Sacra. In passato, con le precedenti gestioni ci sono stati dei problemi e io sono stato sempre in prima linea a denunciarli. Tuttavia, la situazione è diversa. L’azienda attuale sta operando in modo serio e trasparente».