CHIVASSO - A seguito del focolaio di influenza aviaria riscontrata in un’azienda di Chivasso l’Asl To4, chiamata ad occuparsi dell'emergenza, ha emesso due ordinanze che istituiscono una zona di protezione (del raggio di 3 chilometri dal focolaio) e una zona di sorveglianza per un raggio di 10 chilometri dal focolaio. I comuni interessati dai provvedimenti sono Caluso, Casalborgone, Castagneto Po, Chivasso, Crescentino, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu Da Po, Rondissone, Saluggia, San Sebastiano da Po e Torrazza Piemonte.
Gli allevamenti presenti in queste aree di protezione e sorveglianza sono soggetti a restrizioni che vietano la movimentazione e il trasporto di specie sensibili all'influenza aviaria e di loro derivati (uova ed ovoprodotti). In particolare è vietato dall'Azienda sanitaria in queste zone la movimentazione e il trasporto tra aziende di pollame, altri volatili in cattività, di pollastre, di pulcini di un giorno e di uova. Non è possibile, inoltre, la movimentazione e il trasporto tra aziende di carcasse. Tutto questo salvo i casi in cui l’autorità competente Regionale conceda specifiche deroghe. I sottoprodotti di origine animale portati al di fuori della zona di sorveglianza sono accompagnati da un certificato sanitario rilasciato da un veterinario ufficiale in cui si dichiara che essi sono autorizzati allo spostamento. Sono, infine, vietati, salvo diversa indicazione da parte dell’autorità competente in accordo con l’autorità regionale, la rimozione o lo spargimento del letame e dei liquami provenienti dalle aziende avicole ubicate in zona di protezione, che devono essere opportunamente stoccati e riparati.
L'Asl ha poi comunicato al comune di Chivasso ulteriori misure a cui attenersi nei territori oggetti di sorveglianza. Pollame e uova provenienti da allevamenti siti nei comuni ricompresi nella zona di sorveglianza non potranno essere presenti né commercializzati sulle aree mercatali. Il divieto di presenza e vendita è esteso anche a tutti gli allevamenti avicoli rurali compresi quelli esonerati dall’obbligo di marchiatura con il codice del produttore (meno di 50 galline ovaiole). Ugualmente, sulle aree mercatali di tali Comuni, è vietata la presenza di pollame e altri volatili in cattività ovvero uccelli da voliera come pappagallini, canarini, faraone, quaglie, oche, tacchini, papere. Sono in generale vietate fiere, esposizioni ed altre manifestazioni in cui si assembrino i volatili indicati. E' possibile la commercializzazione di carni di pollame regolarmente macellato e di uova provenienti da centri di imballaggio o da allevamenti siti al di fuori dall'area oggetto di ordinanza.
In merito agli allevamenti avicoli rurali, dall'Asl si sottolinea che non vi sono pericoli derivanti dal consumo delle loro carni o uova. Il ritiro di quest’ultime è disposto esclusivamente come misura cautelare per la possibilità di trasmissione ad altri avicoli. L’eventuale contaminazione non è pericolosa per il consumatore, bensì per il possibile contatto delle uova o dei relativi scarti (gusci) con altri avicoli. Agli allevamenti avicoli rurali per il pollame allevato per il proprio consumo è, poi, raccomandato di evitare il contatto con uccelli selvatici: l’ideale, sottolineano dall'Asl, sarebbe allevare gli avicoli completamente al chiuso o in uno spazio recintato, ma in cui la mangiatoia e l’abbeveratoio siano adeguatamente protetti. Bisogna evitare la presenza di fossi, canali o stagni nel recinto e separare galline, polli, faraone, tacchini (gallinacei) da anatre e oche (anseriformi).
Tutte queste disposizioni restano vigenti per almeno 30 giorni dalla data del completamento delle operazioni preliminari di pulizia e disinfezione effettuate nella azienda infetta. Saranno i veterinari ufficiali competenti per territorio a vigilare e controllare il rispetto delle misure prevista dall'Asl. Sanzioni in arrivo per chi non le rispetta.