CHIVASSO - Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento di Giuseppe Summa, referente del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, in merito alle pesanti critiche che, in questi giorni, sono piovute sul personale del pronto soccorso e dell'ospedale di Chivasso. Critiche arrivate in gran parte via social dopo il doloroso caso del ragazzino 12enne morto al Regina Margherita di Torino.
«Ho letto con molta attenzione il numeroso materiale giornalistico che in questi giorni troviamo in rete, ma anche i numerosi commenti della cittadinanza sui vari social in merito al nosocomio di Chivasso e in particolar modo il pronto soccorso. Come rappresentante sindacale di questa Azienda, non voglio in alcun modo entrare nel merito dell'ultimo noto fatto accaduto, per il quale giustamente le autorità competenti stanno svolgendo il loro lavoro. Pertanto ritengo sia necessario restare in rispettoso silenzio.
Per quanto riguarda invece gli attacchi rivolti agli operatori, come avuto modo più volte la possibilità di sottolineare, il problema è legato alle falle del sistema e non certamente alla qualità professionale che è fuori discussione. Professionisti con la P maiuscola, che nonostante le grosse criticità, continuano quotidianamente a garantire un servizio essenziale per la cittadinanza.
Personalmente ho visto con i miei occhi le difficoltà che i colleghi di Chivasso sono costretti ad affrontare. Aldilà delle note carenze di personale infatti, gestire un numero elevatissimo di pazienti, spesso anziani, allettati con numerose patologie, è diventata una situazione apparentemente "normale" quando non lo è affatto. Garantire a tutti quei pazienti per giorni e giorni l'assistenza in attesa di un ricovero, spesso facendosi carico anche di problematiche che andrebbero gestite da un sistema ormai inefficiente, è sempre più difficile.
Lo stesso sistema che fra l'altro li espone spesso ad aggressioni fisiche e verbali, nonostante siano sempre in prima linea. È inutile nasconderlo, il pronto soccorso come più volte ho ricordato, è l'unica fonte di acqua nel deserto e dove i cittadini sanno che comunque troveranno quella porta sempre aperta. Purtroppo molti operatori hanno mollato e altri stanno pensando di farlo. Per questo mi rivolgo ai cittadini: gli operatori sono solo le vittime di questo sistema. Vanno sostenuti e non attaccati. Proprio per questo abbiamo sempre segnalato e denunciato le criticità, anche a tutela della stessa cittadinanza».