CHIVASSO - Pancrazio Chiruzzi, storico rapinatore torinese noto come il «Solista del Kalashnikov», è morto all'età di 72 anni nella notte di lunedì 17 marzo 2025. Le complicazioni di una grave polmonite, per cui era ricoverato da settimane all'ospedale di Chivasso, ne hanno causato il decesso. Nato in provincia di Matera, si trasferì a Torino nel 1967. Qui lavorò come cablatore e frequentò un corso serale all'Istituto tecnico industriale per completare gli studi. Tuttavia, la sua vita prese presto un'altra direzione: a soli 19 anni, nel 1971, iniziò la carriera criminale che lo avrebbe reso uno dei rapinatori più noti in Italia.
Chiruzzi operava con uno stile particolare: non affiliato ad alcuna organizzazione criminale, agiva con bande autonome e metodi sofisticati. Il suo arsenale prediletto comprendeva il Kalashnikov, arma con cui mise a segno numerose rapine a banche, uffici postali, treni e furgoni blindati in Italia, Svizzera, Germania, Francia, Belgio e Austria. Nel 1974, a soli 22 anni, si stimava che il suo patrimonio personale superasse il miliardo di lire.
La sua fama crebbe anche grazie alle sue dichiarazioni provocatorie, come quando, arrestato in Svizzera, esclamò: «Tutti portano i soldi in Svizzera e arrestate me che sono l'unico che li riporta in Italia?». La giustizia lo raggiunse più volte: arrestato undici volte, fu condannato a un totale di 36 anni di carcere. Nel 2012, a 60 anni, ottenne la scarcerazione definitiva. La sua vita è stata un susseguirsi di colpi e arresti: con la sua scomparsa si chiude un capitolo della criminalità italiana.
Lo scorso anno la sua storia è stata raccontata in un podcast ed era comparso nel 2024 all'interno del docufilm «Mario Rossi - Di Comune solo il nome», dal quale è tratta la foto di questo articolo.