CHIVASSO - Un altro brutto episodio al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso. Nel mirino ancora una volta i medici e gli infermieri. Oggi, sabato 28 settembre 2024, un uomo ha dato in escandescenze a causa dell’attesa, da lui giudicata troppo lunga, per la visita di un parente. L’uomo ha prima lanciato una bottiglietta d’acqua contro gli infermieri al lavoro al triage del punto di primo soccorso, poi non pago se l’è presa con sputi e insulti con la guarda della sicurezza intervenuta per riportare la calma. Per fortuna la situazione è tornata alla normalità nel giro di qualche minuto senza ulteriori strascichi.
E’ l’ennesimo caso di violenza contro i sanitari. Sulle aggressioni al personale sanitario e sulle nuove misure sicurezze ha recentemente preso posizione il Nursind: «Leggere del braccialetto mi ha fatto un po senso e francamente mi ha intristito parecchio perchè sta diventando veramente surreale questa situazione - dichiara Francesco Coppolella, segretario regionale del NurSind - Veramente siamo arrivati al punto di mettere un braccialetto al personale sanitario? Abbiamo un serio problema in Italia allora che dovrebbe imporre alla politica scelte e azioni più complesse rispetto alla sola e legittima richiesta degli operatori di garantire la sicurezza. Si sta creando una preoccupante frattura sempre più complicata da ricucire e non è così insolito leggere sui social " si vede che se lo meritavano", alle notizie che giornalmente si leggono. Una frattura con i cittadini con i quali invece dovremmo essere alleati e chiedere insieme a loro condizioni di lavoro dignitose per garantire una assistenza dignitosa».
«Spiace che a seguito di politiche che hanno devastato il sistema sanitario siamo individuati noi come i nemici da insultare o da aggredire e quindi da difendere come se fossimo noi la causa dello sgretolamento di un servizio che una volta era autorevole e rispettato, nel quale i cittadini riponevano la loro fiducia – spiega Coppolella - Lo stato deve far sentire la sua presenza assicurando la giusta sicurezza al personale per poter operare in tranquillità ma deve essere in grado di fare di più come ad esempio domandarsi perché dagli applausi sui balconi si è passati ad un preoccupante incremento degli schiaffi in ospedale. Quello che deve far riflettere è il perché siamo arrivati a questo punto. Militari, arresti pulsanti, telecamere e adesso braccialetti. C è qualcosa che non va. Per carità siamo i primi a chiedere misure rassicuranti, pene esemplari e presidi fissi ma non credo basti questo, non vorrei trasmettessimo e alimentassimo sempre più incertezze mentre invece abbiamo bisogno del contrario. Certezze che purtroppo vanno garantite con azioni che non ci sono e non si vedono. Credo che lo stato con le sue non azioni, abbia per primo delegittimato i suoi operatori sanitari che adesso difende con strumenti atti a curare il sintomo e non la malattia. Quindi ad un operazione ospedali sicuri per garantire la sicurezza degli operatori ne faccia seguire una altrettanto importante che garantisca condizioni di lavoro dignitose. Non possiamo essere noi il parafulmine di uno stato che non investe sulla sanità e sui i suoi professionisti lanciando di fatto messaggi poco rassicuranti e trasmettendo poca fiducia».
Il sindacato autonomo Snami esprime grande soddisfazione ed il plauso per l’approvazione del nuovo Decreto Legge che prevede pene più severe e misure rafforzate per contrastare le aggressioni nei confronti del personale sanitario e i danneggiamenti alle strutture sanitarie e socio-sanitarie. «Accogliamo con favore l’introduzione di sanzioni più incisive, che prevedono fino a 5 anni di reclusione e 10 mila euro di multa per i responsabili di danni alle strutture sanitarie - dice il medico castellamontese Angelo Testa, presidente nazionale Snami– Questo è un passo importante per garantire che luoghi fondamentali per la salute pubblica vengano tutelati adeguatamente. Il potenziamento della videosorveglianza, accompagnato da specifiche linee guida per il suo corretto utilizzo, rappresenta una misura concreta per incrementare la sicurezza in sanità».