Si è concluso a Ivrea, in procura, l'interrogatorio del camionista accusato di omicidio colposo e disastro ferroviario per l'incidente di ieri sera a Caluso: un treno regionale ha travolto un trasporto eccezionale diretto a Foglizzo. Due le persone morte, una ventina i feriti. L'autista, interrogato dal procuratore capo Giuseppe Ferrando, ha confermato che seguiva un percorso obbligato e si muoveva passo passo secondo quanto gli comunicava via radio la scorta. Un camion di 4,55 metri di larghezza.

Passava senza problemi in autostrada ma sulla statale 26 è stato costretto a manovrare con cautela. Un ingombro notevole nel passaggio a livello che non ha permesso al camion di fare altre manovre quando si sono azionate le sbarre. Di fatto il tir è rimasto bloccato nel passaggio a livello senza più alcuna possibilità di manovrare.

«Il punto cruciale sono le comunicazioni fatte o non fatte dalla ditta con la polizia stradale, le ferrovie, l'Anas e tutti quelli che sono chiamati ad organizzare il passaggio di un transito eccezionale», ha sottolineato il procuratore Ferrando. La sbarra è scesa tra cabina e rimorchio quindi al treno in arrivo non è arrivata nessuno alert di malfunzionamento. Il macchinista, sostanzialmente, non ha visto nulla fino a quando non è arrivato in velocità sul passaggio a livello di Arè. Troppo tardi per tentare qualunque manovra.

Per il momento l'autista del tir è l'unico indagato.