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FORNO CANAVESE - Chiede disperatamente aiuto Alessia Uifuzzi, la mamma di Forno Canavese che da anni combatte al fianco della figlia Rebecca. Una famiglia dilaniata e impotente che vede la propria figlia combattere quotidianamente contro una malattia che le sta devastando totalmente il corpo. Già anni fa la vicenda di Rebecca, oggi 17enne, era salita alla ribalta delle cronache: in attesa di un importante intervento chirurgico in Germania, la ragazza venne bloccata a causa del covid e solo grazie all'interessamento dell'allora Governo e di molti esponenti politici locali, fu possibile sbloccare la situazione. Purtroppo, da allora, le cose sono peggiorate, dopo un periodo di relativo miglioramento. 

Alessia Uifuzzi lo spiega bene in tre video su Youtube che stanno facendo il giro dei social. Nell'ultimo, diffuso l'altro giorno, che trovate in questo articolo, il riassunto dell'attuale drammatica situazione.

«La situazione è molto grave perché Rebecca non è più in grado di assumere farmaci, leggere un libro, guardare un film o parlare al telefono. Viene continuamente colpita da crisi respiratorie, convulsioni e gonfiori». Una sintomatologia tremendamente seria dovuta a due gravi malattie rare: la malformazione di Chiari e l'ipotensione liquorale. Come se non bastasse, qualche settimana fa è arrivata l'ennesima beffa: «L'Inps le ha tolto l'indennità di accompagnamento - denuncia la mamma - niente più 500 euro al mese. Le è stata concessa un'indennità di frequenza di 300 euro nel periodo scolastico. Peccato che in queste condizioni lei non riesca minimamente a frequentare le lezioni. Abbiamo ripresentato la domanda ma il verdetto è sempre lo stesso. E questo nonostante un malloppo di esami e certificazioni cliniche. Un'assurdità, l'ennesima». 

La mamma dovrà chiedere un anno di aspettativa dal lavoro per poter stare vicina alla figlia. «La malattia va avanti da otto anni e ho già dovuto chiedere un contratto part-time - aggiunge Alessia - ora sono stata costretta a chiedere l'aspettativa. Dal 26 giugno sono bloccata in Toscana da quando le crisi sono aumentate e i medici ci hanno mandato d'urgenza a Firenze. Da allora non siamo stati in grado di riportarla a casa. Per fortuna mi aiuta mio figlio, finchè potrà».