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CANAVESE - Pensionato morto nel 2020 per covid in una casa di riposo dell’alto Canavese: il tribunale condanna la struttura a risarcire i familiari. La moglie e il figlio dell’82enne riceveranno un risarcimento superiore al mezzo milione di euro. 

Dopo tre anni di udienze e dibattimenti, i giudici hanno accolto la richiesta risarcitoria presentata dall’avvocato eporediese, Giacomo Vassia, per conto dei familiari del defunto, scomparso, a causa di insufficienza cardio-respiratoria conseguente a Covid, il 26 novembre del 2020. L’uomo era risultato positivo già il 20 novembre al tampone molecolare. Il virus, è stato accertato con l'inchiesta, era presente nella casa di riposo dal 15 novembre. Nei giorni dal 23 al 29 novembre sono stati effettuati 67 test rapidi con due positivi, mentre dei 13 dipendenti, ricontrollati con il molecolare, 12 sono risultati positivi.

Nella sentenza si evidenziano le fragilità del paziente positivo al covid e il fatto che non fosse, a causa di decadimento cognitivo, in grado di riferire nulla sul stato di salute. In particolare, il tribunale sottolinea che non c’è stata nessuna visita medica all'uomo e esami diagnostici prima del 25 novembre, giudicando quindi l’assistenza e cura da parte del personale sanitario della Rsa canavesana non adeguata tanto da ridurre le possibilità di salvezza del pensionato del 25%. Elementi che hanno, quindi, portato alla condanna della struttura al risarcimento dei familiari specie perchè la gestione non impedì la diffusione del covid tra i pazienti.

La sentenza specifica inoltre che in caso di diffusione della notizia, viene disposta l'omissione delle generalità e degli altri identificativi, anche indiretti, di tutte le persone fisiche e giuridiche coinvolte.

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