IVREA - L'altro ieri nella casa circondariale di Ivrea si è consumata un’altra aggressione ai danni del personale della polizia penitenziaria da parte di un detenuto. A darne notizia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
«I fatti questa volta ci raccontano di un detenuto che pretendeva di essere visitato dal medico e che non accettava di dover aspettare il proprio turno; quindi si è auto procurato dei tagli alle braccia con il fine di accelerare i tempi di attesa. Giunto davanti al sanitario, ha iniziato a inveire brutalmente nei suoi confronti, sbattendo le mani sporche di sangue sulla scrivania e apostrofandolo con diversi insulti e minacce. Alla richiesta di allontanarsi e calmarsi, il detenuto proseguiva con i propri atteggiamenti incivili ed inurbani, tanto che il medico, intimorito, si è allontanato dall’infermeria nel tentativo di sottrarsi da quella situazione che stava diventando pericolosa».
«Quando il ristretto ha cercato di inseguirlo sempre urlandogli contro epiteti impronunciabili e minacciando di aggredirlo fisicamente, un sovrintendente di Polizia Penitenziaria si è frapposto nel tentativo di ostacolare e fermare il detenuto il quale, per tutta risposta, ha sfogato la sua aggressività nei suoi confronti colpendolo al collo prima di essere bloccato da altro personale intervenuto in supporto del collega. Fortunatamente il sovrintendente ha riportato solo una escoriazione al collo ma non si può non evidenziare che in Piemonte questa è stata la settima aggressione degli ultimi quattordici giorni ai danni del personale».
Il Segretario Generale del Sappe, Donato Capece, stigmatizza il grave episodio avvenuto nel carcere di Ivrea ed esprime solidarietà alle unità del corpo coinvolte ed al medico: «Con questi ulteriori gravi eventi critici, sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe ed i colleghi della casa circondariale di Ivrea ed anche al medico: questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione».