IVREA - La nuova indagine contro la 'ndrangheta in provincia di Torino ha confermato la presenza della criminalità organizzata in Canavese. Solo che, questa volta, il faro degli investigatori si è spostato sulla zona di Ivrea e dei Comuni limitrofi: un'area che, nelle precedenti inchieste, quasi mai faceva capolino.
Due i gruppi in azione nell'eporediese: gli accertamenti dei carabinieri, infatti, hanno consentito di raccogliere elementi sul ruolo di esponenti del clan Belfiore, i quali avrebbero estorto del denaro in un contesto di intimidazione mafiosa che ha di fatto rivelato la caratura criminale dei rappresentanti della famiglia, riconosciuta anche dagli esponenti della cosca Alvaro (l'altro gruppo presente in zona).
In particolare i Belfiore si sarebbero proposti quali alternativi agli Alvaro esercitando un potere di rivalsa nei confronti di alcuni indagati: infatti in primo momento avrebbero preteso la restituzione del denaro ad una vittima, salvo successivamente estorcerne altro agli indagati, quale «dazio» per aver compiuto azioni criminali all’interno del territorio di influenza.
I nomi degli arrestati:
Domenico Alvaro, 45 anni, di Chivasso
Francesco Belfiore, 49 anni, di Torino
Giuseppe Belfiore, 66 anni, di Moncalieri
Aniello Maurizio Buondonno, 55 anni, di Samone
Flavio Carta, 48 anni, di Samone
Antonino Mammoliti, 58 anni, di Ivrea
Stefano Marino, 61 anni, di Ivrea
Piero Speranza, 63 anni, di Bollengo
Francesco Vavalà, 67 anni, di Genova
Sono una quarantina, complessivamente, gli indagati. Tra questi figurano soggetti residenti a Settimo Torinese, Ivrea, Casalborgone, Caluso, Cavagnolo, Borgomasino, Candia Canavese e Chivasso.