IVREA - Nessuna tortura da parte degli agenti della polizia penitenziaria nei confronti dei detenuti all'interno del carcere di Ivrea. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del tribunale del Riesame di Torino e ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Ivrea. Gli agenti erano stati inizialmente sospesi per un anno dal tribunale eporediese, su richiesta della procura, in merito ad un'indagine su presunti maltrattamenti all'interno della casa circondariale d'Ivrea. Un'inchiesta, con una quarantina di indagati, partita dalla denuncia di due detenuti.
Con la conferma della decisione del tribunale del Riesame, gli agenti possono tornare al lavoro. I giudici, infatti, pur rilevando alcune condotte che potrebbero essere penalmente rilevanti, non hanno trovato elementi per confermare il reato di tortura nei confronti dei detenuti. Già il Riesame parlava di assenza di riscontri specifici per quanto riguardava i casi che avevano determinato la sospensione degli agenti, soprattutto in merito al fatto che non ci sarebbe stata una continuazione del reato con episodi ripetuti nel corso del tempo.
Le dichiarazioni dei detenuti, tra l'altrom sono state giudicate non del tutto attendibili o comunque non verificate a sufficienza: uno degli agenti è riuscito a dimostrare che si trovava in permesso durante uno degli episodi contestati. L'indagine della procura di Ivrea resta in piedi ma chiaramente si dovrà procedere per lesioni aggravate.