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IVREA - Detenuto dà in escandescenza in carcere e tenta di aggredire gli agenti di polizia penitenziaria. Resta ancora la tensione nella Casa Circondariale di Ivrea, dove l'altro pomeriggio, lunedì 15 aprile 2024, un detenuto con doppia cittadinanza, italiana e tunisina, ha chiesto all’agente di polizia penitenziaria in servizio nella sezione di poter effettuare una telefonata per poi lasciarsi andare a comportanti violenti e pericolosi. 

«Appena gli è stata aperta la cella - spiega Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria - il detenuto ha iniziato a dare in escandescenza dicendo di voler essere trasferito e con uno scatto repentino ha prima ribaltato la scrivania dove stava lavorando un agente il quale, prontamente, è riuscito a indietreggiare per non essere travolto. Nel disordine creato, il detenuto si è poi armato con una scopa e ha tentato di danneggiare i neon di illuminazione del reparto per poi spezzare il manico al fine di renderlo appuntito e brandirlo contro il personale accorso in supporto dei colleghi già impegnati nell’opera di mediazione volta a placare le ire del facinoroso».

Santilli evidenzia che «solamente la professionalità del personale di polizia penitenziaria ha potuto scongiurare il peggio ma è evidente che servono degli strumenti efficaci per gestire i detenuti più aggressivi, pericolosi e destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza degli istituti di pena».

«I fatti di ieri - conclude il sindacalista - sono la dimostrazione palese del fallimento del sistema penitenziario, infatti, il soggetto era già noto per precedenti episodi gravissimi di aggressione al personale, di tentata evasione, nonché di incendio e danneggiamento di beni dell’amministrazione. Il detenuto, infatti si trovava in isolamento in quanto due settimane fa aveva tentato di evadere dal carcere di Ivrea arrampicandosi sul muro dei cortili passeggio e pochi giorni orsono aveva incendiato il materasso ed il cuscino della propria cella e, andando più indietro nel tempo, è giunto al carcere eporediese in seguito a un provvedimento di trasferimento da Alessandria dove aveva più volte incendiato la cella che lo ospitava e aggredito il personale di polizia penitenziaria».

«La situazione di ingovernabilità delle carceri della Nazione è sotto gli occhi si tutti e la nostra denuncia è purtroppo confortata dai gravi episodi avvenuti nel carcere di Ivrea - denuncia il segretario generale del Sapppe, Donato Capece - Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta. Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci».