CANAVESE - Medico non dichiara all’Asl la propria attività privata svolta in libera professione e finisce nei guai giudiziari.
Dovrà difendersi in tribunale dall’accusa di truffa ai danni dell’azienda sanitaria locale e falso ideologico, la dottoressa, con studi nel torinese, che, secondo le indagini della Guardia di Finanza, avrebbe superato il monte ore settimanali previsto dal contratto collettivo nazionale per svolgere attività al di fuori da quella di medico di medicina generale.
Per i magistrati, che l’hanno rinviata a giudizio, la dottoressa avrebbe dichiarato nel 2010 attraverso un'autocertificazione di «non svolgere alcuna attività in regime di libera professione medica» e avrebbe omesso «anche nel periodo successivo l'autocertificazione, di dichiarare lo svolgimento dell'attività che invece effettivamente la dottoressa esercitava in forma strutturata e continuativa, con orario settimanale definito, negli studi medici e presso alcune cliniche private del torinese».
Per questo, secondo quanto sostenuto dall’accusa, avrebbe ingiustamente ottenuto dall'Asl To4 circa 260 mila euro a titolo di emolumenti e contributi previdenziali. Il processo nei confronti del medico canavesano è stato fissato in tribunale a Ivrea il 14 luglio. L’Asl To4 sarà parte civile.