IVREA - Lutto a Ivrea. La città delle Rosse Torri piange Giovanni Maggia, ex docente universitario e sindaco, scomparso all’età di 77 anni nei giorni scorsi in una residenza di Tina, frazione di Vestignè, dove era ricoverato da qualche tempo dopo un intervento chirurgico.
Giovanni Maggia era stato anche segretario generale della Fondazione Olivetti, presidente della Croce Rossa come il padre Ottorino, ex medico e consigliere comunale. Giovanni Maggia ha ricoperto il ruolo di primo cittadino eporediese dal 1994 al 1998. Lascia la moglie, Gabriella Pinter e la figlia Luisa.
La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio in città. Tanti i ricordi di chi lo aveva conosciuto e apprezzato per la sua professionalità, competenza e passione per Ivrea e la sua storia. «Ci lascia una persona dal mastodontico spessore culturale e grandissimo conoscitore della nostra Città e della storia olivettiana – commenta Andrea Cantoni - Certamente una delle menti più brillanti che abbia avuto il privilegio di incontrare. Sono onorato di potermi dire suo amico, dopo le innumerevoli serate passate all'Aquila Nera, insieme alla combriccola degli Amici della Notte, come ci siamo soprannominati, a parlare di politica, storia e tanto, tanto altro. Il più grande complimento ricevuto fu: “Se fossi Sindaco adesso la farei Assessore”, poco dopo la notizia della mia candidatura dello scorso anno. È stato anche un grande sostenitore della mia carriera universitaria, spronandomi a dare il massimo e rimproverandomi quando, con poca preparazione, mi accontentavo di un voto mediocre, sottolineando sempre come la mia esistenza (fatta di poco studio e buoni risultati in poco tempo) fosse un "problema" per il sistema universitario. Oggi Ivrea è molto più povera».
«Caro Giovanni ci ha lasciato un incolmabile senso di vuoto, umano, sociale e culturale – ha scritto su Facebook l’ex sindaco Stefano Sertoli – La tua dedizione alla comunità, nel senso più puro del termine, il tuo continuo interesse rivolto alle vicende cittadine, quella tua infinita disponibilità al dialogo e al confronto, intrisa di cultura, sapienza e saggezza senza mai rinunciare a quella giusta dose di ironia, anche con chi pensava diversamente, resteranno per sempre un esempio per noi da tramandare ai più giovani. Riposa in pace professore».
«Proprio in concomitanza con la sua candidatura a Sindaco ebbe inizio la mia avventura politico-amministrativa ad Ivrea - lo ricorda Andrea Benedino - mi candidai infatti per la prima volta alle elezioni comunali per sostenerlo e fui per gran parte del suo mandato tra i primi esclusi dal Consiglio comunale. Furono gli anni della mia palestra politica in cui da spettatore iniziavo ad ascoltare i dibattiti in quell'aula, iniziando sempre più a partecipare e a farmi coinvolgere dal partito cittadino degli allora Ds fino a diventarne segretario cittadino. Nell'ultimo anno del suo mandato ebbi infine l'occasione di subentrare in Consiglio comunale. Fu un'esperienza politica incredibile e molto formativa, le tensione in quella maggioranza erano molto forti, soprattutto tra la maggioranza e la Giunta Comunale. Hai servito con onore la nostra città, Giovanni, e hai avuto anche il pregio di saper fare un passo indietro quando comprendesti che la fase della "supplenza della società civile rispetto alla politica" si stava esaurendo, garantendo alle forze politiche che ti avevano sostenuto di evitare lacerazioni inutili e di poter proseguire ancora per molti anni a governare Ivrea, senza aprire spazi politici alla destra. Ciao Giovanni».