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IVREA - Si è concluso con cinque condanne a sei mesi ciascuno e quattro assoluzioni il processo di primo grado al tribunale di Ivrea per l'incidente al rally Città di Torino del 27 maggio 2017. Vi morì il piccolo Aldo Ubaudi, il bimbo di 6 anni investito da un'auto uscita di strada durante la prova speciale a Coassolo, nelle valli di Lanzo. 

Secondo il giudice Lucrezia Natta sono mancati i controlli preventivi per evitare che la famiglia Ubaudi potesse posizionarsi in un luogo pericoloso. E per questo motivo sono stati condannati il delegato dell'allestimento del percorso e i due equipaggi delle auto apripista. Avrebbero dovuto accorgersi che il pubblico si trovava in una zona pericolosa e vietata. I difensori presenteranno ricorso in Appello.

Per il tribunale di Ivrea, invece, non hanno commesso il fatto, e dunque non hanno responsabilità, il legale rappresentate della Rally Team Eventi, la società organizzatrice dell'evento, il direttore di gara, il capo posto e l'autista della vettura del delegato allestimento percorso che sono stati assolti. Di fatto, secondo il tribunale, non ricoprivano posizioni di garanzia rispetto a quella tragedia. 

Già in fase d’indagine, invece, era stata stralciata la posizione del pilota e del co-pilota della Skoda Fabia che travolse la famiglia Ubaudi a lato della provinciale 22: loro non avevano alcuna responsabilità nell'incidente.