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IVREA - Si è spento alla veneranda età di 99 anni, lo scorso 16 luglio 2023, monsignor Luigi Bettazzi. Ne avrebbe compiuti 100 il 26 novembre. E' stato, con tutta probabilità, uno degli ultimi «grandi» (se non l'ultimo in assoluto) del Canavese. Personaggio iconico con il quale un intero territorio si è identificato. Dentro e fuori la chiesa perchè il più grande pregio di Bettazzi è sempre stato quello di parlare a tutti e per tutti. Vescovo della diocesi di Ivrea per 33 anni, uno degli ultimi padri conciliari, ha interpretato il suo ruolo di pastore a 360 gradi, uscendo spesso da quelli che potevano, al tempo, essere considerati dei confini.

Nel 1978, ad esempio, decise di offrirsi in ostaggio, insieme ad altri due vescovi, Clemente Riva e Alberto Ablondi, in cambio della libertà di Aldo Moro, appena rapito dalle Brigate Rosse. Noto ben oltre il Canavese per le sue lettere aperte a vari personaggi della politica, fu grande innovatore sui temi del dialogo tra credenti e non credenti, della difesa dei diritti dei lavoratori, dell’obiezione di coscienza.

Nel 1992 partecipò alla marcia pacifista organizzata nel mezzo della guerra civile in Bosnia ed Erzegovina. Nel 1968 è stato nominato presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace e nel 1978 ne è diventato presidente internazionale, fino al 1985, vincendo per i suoi meriti il Premio Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace. Il giorno dopo la sua scomparsa la chiesa si è trovata più povera. E l'intero Canavese ha pianto una figura unica, del tutto irripetibile. Per i credenti e, soprattutto, per i non credenti.