IVREA - Più arance, meno avance: viva la Mugnaia femminista. E’ il messaggio messo nero su bianco, anzi arancione su bianco, nei manifesti con i quali il neonato Collettivo Transfemminista di Ivrea ha esordito, nella notte tra mercoledì e giovedì, proprio alla vigilia del clou dello Storico Carnevale. Gli autori del blitz, il collettivo «MAI CIT3: mai zitt3, mai piccol3», sono un gruppo eterogeneo di persone che si è costituito spontaneamente dopo l'ondata transfemminista nata in seguito alla barbara uccisione di Giulia Cecchettin.
«Vogliamo riflettere e agire sui temi legati al transfemminismo, alla violenza di genere, alla disuguaglianza di diritti e opportunità. Abbiamo deciso di formarci come collettivo perché crediamo che in provincia la violenza patriarcale e omolesbobitransfobica sia un problema da affrontare, che anche qui il cambiamento possa arrivare, che ci sia la potenzialità per unirci in sorellanza – spiegano dal Collettivo Transfemminista di Ivrea - l’obiettivo del collettivo è essere uno spazio di formazione, di autocoscienza, di riflessione e di azione, per cambiare le cose anche qui!».
Dietro i manifesti affissi c’è una motivazione ben precisa: «Non l'abbiamo fatto per spirito goliardico, come spesso succede a Carnevale, ma con un preciso intento politico, perché tra arance e festa si nasconde molto altro. Il Carnevale è troppo spesso un momento in cui, con la scusa dell'ironia e della goliardia, sono messi in atto comportamenti che nascondono misoginia, machismo, violenza. E’ inaccettabile subire molestie verbali, essere toccate senza consenso, ricevere attenzioni non richieste, essere considerate oggetto da contendersi o mezzo per una sfida “a chi rimorchia di più”, sentirci prese in giro da cori e vederci preclusa la prima linea nel tiro».
E ancora: «Se il nostro Carnevale parla di emancipazione e libertà, allora diventi una festa realmente emancipata e libera. Se davvero lo spirito del nostro amato Carnevale chiama rivoluzione, che rivoluzione sia! Vogliamo un Carnevale con più arance e meno avance, dove si possa girare sicure senza subire molestie e dove la storia del Carnevale si avveri, con una Mugnaia libera, protagonista e transfemminista. Vogliamo esprimere la vera forza delle donne e delle soggettività non maschie, una forza che non ha niente di gentile, ma che alza la voce e si fa sentire».