Galleria fotografica

IVREA - Nel pomeriggio di oggi, venerdì 9 giugno 2023, di fronte all'ingresso dell'ospedale di Ivrea, il comitato «Di sana e robusta Costituzione» ha organizzato un presidio-manifestazione in difesa della sanità pubblica. Sono stati distribuiti volantini informativi poi ha preso la parola Raffaele Varvara, presidente del comitato (nel video). L’intento del Comitato è quello di ottenere garanzie rispetto alla tutela dei ricoverati e del personale ospedaliero, dal momento che, secondo gli esponenti del movimento, «malati e operatori sanitari sono le vere vittime del prolungarsi delle restrizioni pandemiche».

«Se da una parte si spendono soldi per inefficaci presidi medici (come le mascherine), dall’altra si chiedono sacrifici al personale con la scusa che "mancano i soldi". Ai ricoverati poi, spesso, viene negata la possibilità di ricevere visite quando è invece noto che, la vicinanza di una persona cara, è la prima medicina che aiuta la ripresa del paziente. Altro aspetto che riteniamo molto grave è che venga ancora richiesta l’esecuzione di un inutile tampone per accedere ad alcuni reparti o a prestazioni ospedaliere e visite». E' stato sottolineato il recente caso di un bimbo che non sarebbe stato visitato nel reparto di pediatria di Ivrea in quanto i genitori si sono opposti alla richiesta di effettuare il tampone sul piccolo. Circostanza che non si sarebbe poi ripetuta all'ospedale di Ciriè. 

Su questa vicenda l'Asl To4 tiene a fare chiarezza. «La pediatria dell'ospedale di Ivrea si attiene alle linee di indirizzo regionali del 15 maggio 2023 per la gestione delle infezioni respiratorie nelle strutture della rete territoriale e ospedaliera - fa sapere il responsabile della direzione medica dell'ospedale di Ivrea, dottor Addamo - tali disposizioni prevedono, per i pazienti che accedano al Pronto Soccorso e che non vengono ricoverati, di effettuare il test anti covid solo per coloro che presentino sintomi respiratori o riconducibili a Covid-19. Il caso segnalato rientra in questa fattispecie, per cui il reparto ha agito correttamente. Peraltro, il medico pediatra in turno non ha rifiutato di effettuare la visita, ma ha doverosamente provveduto a indossare i dispositivi di protezione individuali prima di effettuare la prestazione; al momento della chiamata, però, paziente e genitori si erano allontanati». 

L'azienda sanitaria precisa inoltre che la famiglia si è poi recata al pronto soccorso di Ciriè dove, diversamente da quanto accaduto all'ospedale di Ivrea, «i genitori non hanno riferito che il figlio avesse sintomi respiratori, per cui anche l'ospedale di Ciriè ha agito nel rispetto delle disposizioni vigenti, che prevedono di non effettuare il tampone qualora non vi siano sintomi respiratori o riconducibili a Covid-19».